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PERUGIA - Dopo un aspro confronto sui temi della riforma nazionale della scuola, caratterizzato dai tagli che i provvedimenti comporteranno in Umbria, il Consiglio regionale, a maggioranza con 14 sì, 5 voti contrari del Pdl e l’astensione del rappresentante dell’Udc Melasecche, ha approvato il testo della mozione sull’ “Impoverimento del sistema scolastico italiano”, sottoscritta nell’ordine dai capigruppo Gianluca Rossi (Pd) Roberto Carpinelli (Pdci), Oliviero Dottorini (Verdi e civici), Pavilio Lupini (Sinistra critica) e Stefano Vinti (Prc-Se). Due le posizioni a confronto: quella del centrosinistra, riassunta dall’intervento conclusivo dell’assessore Maria Prodi secondo la quale si avranno in Umbria “72 classi in meno alle superiori, 58 alle primarie, con la riduzione in tre anni di 1.200 operatori, di cui 900 insegnanti precari; con 1220 bambini delle elementari, attualmente senza una classe di assegnazione, e il rischio di dover chiudere una scuola materna su quattro”; quella del centrodestra (Zaffini e Sebastiani) che ha criticato l’atteggiamento dell’assessore Maria Prodi, “strumentale e poco propositivo durante la campagna elettorale”, e difeso i provvedimenti del Ministro Gelmini parlando di necessità di intervenire sulla crisi “evidente” della scuola italiana, il cui costo “negli ultimi dieci è aumentato di dieci miliardi; ma i cui risultati, valutati in sede internazionale, dicono che l’Italia, per la qualità e i risultati dell’insegnamento è all’ultimo posto in Europa seguita solo dalla Turchia”. In apertura dei lavori, illustrando il testo della mozione il capogruppo del Pd Gianluca Rossi ha detto: “Il colpo di mano messo in atto dal Ministro Gelmini non risponde a nessuna esigenza pedagogica, ma è la conseguenza delle scelte di politica economica del Governo Berlusconi. I tagli indiscriminati e insostenibili di risorse al personale ed alla spesa statale per la scuola, pari ad otto miliardi, con la riduzione in tre anni di 132mila fra docenti e personale tecnico ed amministrativo, ledono il presupposto base della uguaglianza sociale dei cittadini, prerogativa essenziale della scuola. Solo in Umbria il Decreto legge 112 del 2008, convertito nella legge 133, porterà ad una riduzione di 1.600 unità di cui 900 docenti e ad una contrazione del tempo scuola con la reintroduzione del maestro unico: due opzioni che le famiglie hanno dimostrato di non apprezzare al momento delle iscrizioni, scegliendo con percentuali che superano anche il 90 per cento il modulo a 30 ore e il tempo pieno. Per questi motivi con la mozione sul “Impoverimento del sistema scolastico italiano - intervento presso il Governo nazionale ed attivazione di politiche regionali al riguardo” chiediamo che la Giunta “ponga in essere tutte le iniziative possibili volte a: scongiurare i tagli drammatici per la scuola pubblica italiana che mettono a rischio nel Paese competitività e qualità della formazione, elemento fondante del livello culturale dell’Italia; attivare politiche regionali volte ad elevare la qualità dei sistemi educativi e forativi a supporto della società della conoscenza; chiedere che in sede di Conferenza Stato-Regioni la modifica dei Regolamenti per le scuole superiori di secondo grado approvati dal Consiglio dei ministri”. Condividi