Torna in “azzurro”, grande Paola Le tue schiacciate battono il razzismo
di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA - "Mi hanno chiesto perché sono italiana..."
Paola Egonu, 23 anni, nata a Cittadella, in Veneto, da genitori nigeriani emigrati nel nostro paese (Ambrose, ex camionista ed Eunice, infermiera, ora trasferitisi in Inghilterra; la pallavolista può contare anche sulla sorella Angela e sul fratello Andrea) ha pianto per quelle parole ingiuste. E, per il momento, ha deciso di fare una pausa dalla Nazionale azzurra di pallavolo femminile, di cui é giocatrice insostituibile.
Chi ha seguito i campionati di Paola ed il suo mondiale ha ammirato il suo modo di giocare. Questa ragazza alta un metro e novantatré, quando salta ed inarca il corpo per la schiacciata (raggiunge l'altezza di 3 metri e 44 centimetri e imprime una forza tale da far raggiungere, talvolta, la velocità di 112,7 km/h alla palla) esprime un gesto atletico incredibilmente elegante, esaltante, indimenticabile.
Ai mondiali Olanda-Polonia Paola ha conquistato il titolo di miglior realizzatrice (275 punti) e di miglior attaccante (244 punti), anche se l'Italia - che aveva sognato il titolo, in virtù di un girone di qualificazione travolgente - ha giocato e vinto la finale per il terzo posto con gli Usa, presentandosi, comunque è con merito, sul podio. In vetta al mondo, per la seconda volta di seguito, é salita la Serbia, trascinata dall'avversaria diretta di Paola, Tijana Boskovic, 25 anni, pure lei fortissima ed implacabile nella schiacciata, ma non - giudizio personale e pertanto opinabile - bella a vedersi, quanto la nostra azzurra, nell'esecuzione dell'elevazione e nel colpo.
Ebbene Egonu - che dopo la breve e meritata vacanza passerà in forza al sestetto turco del Vakifbank, guidato in panchina dall'italiano Giovani Guidetti, club di primissimo livello internazionale, che gli offerto un milione di euro d'ingaggio - per il post di un hater e razzista, ottuso di conseguenza, ha paventato, almeno a caldo, la possibilità di non vestire più la maglia azzurra, sebbene poi abbia precisato di volersi prendere due mesi di riposo sabbatico per "digerire" la delusione del mancato successo pieno e qualche mese di riflessione sul suo impegno in nazionale.
Da amanti dello sport in generale e delle rappresentative azzurre, c'é da augurarsi che Paola, che si é sempre dimostrata una ragazza con i piedi ben saldati a terra (e calza il numero 46...), si renda conto che nella vita si possono incontrare, purtroppo, persone indegne, dalle quali non bisogna farsi condizionare minimamente. A spingere questi tizi ad aprire la bocca e a dargli fiato o postare giudizi, più o meno scriteriati, più o meno offensivi, sui social sono la scarsa intelligenza, se non la stupidità, tout court, per alcuni e l'invidia per altri. "Non ragioniamo di lor, ma guarda e passa", consiglierebbe a Paola, Virgilio, che usò le stesse parole con Dante nella Divina Commedia. Vanno lasciati bollire nel loro brodo primordiale, basato su pregiudizi e valutazioni sballate se non folli, i soggetti di tal fatta. Sopravissuti come i terrapiattisti che neppure di fronte alla scienza ed alle immagini si convincono della realtà vera. Non si può darla vinta a costoro, Paola. Ti sia lezione di vita, ancora, che non si può piacere a tutti. E che non tutti possono vantare sensibilità, educazione, cultura, intelligenza. Prenditi il tempo che ti serve, ma non abbandonare l'azzurro. Puoi dare ancora tantissimo a te stessa ed alla tua terra natia, alla faccia dei razzisti di ogni latitudine, per i quali ogni tua palla messa a terra avrà le stesse conseguenze di un ko per un pugile. Suonagliele ancora, Paola. Per te e per noi.

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