DI ROMANZI, DISINVOLTE ARMI TATTICHE NUCLEARI E COSCIENZE SELETTIVE.
di Giovanni Dozzini.
La letteratura ci parla e ci dice di più, e altro (quindi, per favore, qui non fate l'equazione Urss=Putin), rispetto a ciò che sembrerebbe. Non solo la grande letteratura, ma, certo, soprattutto quella. I capolavori come 'Il fattore umano', per esempio (non ringrazierò mai abbastanza Sandro Campani per avermelo fatto leggere). Sentitelo qua, Graham Greene nel 1978.
Prima ecco un agente segreto sudafricano che spiega al protagonista i piani per tenere a bada le intemperanze nere al confine: "Ma per nostra fortuna, la bomba all'idrogeno ha retrocesso la bomba atomica al rango di arma tattica. 'Tattica', che parola rassicurante. Nessuno vorrà scatenare una guerra nucleare solo perché, in una zona pressoché desertica in capo al mondo, è stata usata un'arma tattica".
"Ma ci sono le radiazioni...".
"Siamo fortunati per quel che riguarda
la direzione dei venti prevalenti e per la presenza di aree desertiche. Inoltre la bomba tattica è relativamente pulita. Più pulita della bomba di Hiroshima, e sappiamo tutti come in fondo gli effetti siano stati limitati, in quel caso".
E poi, più avanti, un agente inglese del Kgb, sempre col protagonista: "Sono iscritto al Partito, diciamo così senza scalpore, fin da ragazzo. Mi ero arruolato a diciassette anni, volontario, falsificando la mia età. Credevo che avrei combattuto in Francia, invece fu ad Arcangelo, in Russia, che mi fecero finire. Quattro anni di prigionia. Vidi un bel po' di cose e capii un bel po' di cose in quei quattro anni".
"Come la trattavano?".
"È stata dura, ma un ragazzo riesce a sopportare di tutto, e poi non mancavano le persone gentili. Imparai quel tanto di russo da poter fare da interprete, e loro, se non avevano roba da mangiare da darmi, mi davano libri da leggere".
"Libri comunisti?".
"Naturale. Anche i missionari distribuiscono la Bibbia".
"Sicché lei è un credente".
"Ho dovuto condurre una vita molto solitaria, questo sì. Capisce, non potevo partecipare alle riunioni, andare alle manifestazioni. Nemmeno mio figlio ne sa niente. Ogni tanto si servono di me per piccoli incarichi, come nel suo caso. Quante volte sono andato a ritirare i suoi messaggi! Per me è stato un giorno bellissimo, quando lei è entrato nel mio negozio: finalmente non ero più così solo".
"La sua fede non ha mai vacillato? Sì, insomma: Stalin, l'Ungheria, la Cecoslovacchia?".
"Ne ho viste abbastanza in Russia da giovane... e anche in Inghilterra, al mio ritorno, con la Depressione... da essere vaccinato contro simili inezie".
"Inezie?".
"Mi perdoni, signore, ma la sua coscienza mi pare un po' selettiva. Potrei ribatterle: e Amburgo, Dresda, Hiroshima? Non hanno scosso la sua fede nella vostra cosiddetta democrazia? Ma forse sì, altrimenti adesso non sarebbe qui con me".
"Eravamo in guerra".
"I miei sono in guerra dal 1917".

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