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“E’ necessario che la Giunta regionale si attivi presso il Governo nazionale, con tutte le iniziative possibili, al fine di scongiurare il drammatico taglio alla scuola pubblica che mette a rischio la competitività e la qualità del nostro Paese”. È quanto chiedono, attraverso una mozione che sarà discussa domani in Aula, i capigruppo del centrosinistra Gianluca Rossi (Pd), Pavilio Lupini (Misto-Sinistra per l’Umbria), Stefano Vinti (Prc-Se), Oliviero Dottorini (Verdi) e Roberto Carpinelli (Pdci), in merito ai “tagli indiscriminati e insostenibili di risorse e personale previsti dalla legge 133 e dalla modifica radicale dell'organizzazione didattica e dell'offerta formativa previsti dal decreto Gelmini”. “Il sapere – scrivono i capigruppo di maggioranza - è il presupposto base dell’uguaglianza sociale e la scuola è il fondamento per la formazione diuna cittadinanza attiva e consapevole”. La formazione – prosegue il documento – è l'elemento fondante del livello culturale dell'Italia e, dal momento che gli studenti italiani risultano essere tra gli ultimi in Europa in quanto ad apprendimento, non è di certo aumentando il rapporto tra alunni e docente che si migliora la qualità dell'insegnamento. La cosiddetta manovra d’estate e tutti i provvedimenti che ne sono susseguiti – si legge nella mozione – considerano la scuola pubblica esclusivamente come un capitolo di spesa, non rispondendo ad alcuna esperienza pedagogica ma solamente a scelte di politica economica del Governo Berlusconi”. A fronte delle ricadute negative che le politiche nazionali provocherebbero nei prossimi mesi in Umbria, i consiglieri di maggioranza chiedono quindi alla Giunta di “attivare politiche regionali volte all'elevamento della qualità dei sistemi educativi e formativi, nonché di richiedere la modifica dei Regolamenti per le scuole superiori di secondo grado approvati in Consiglio dei Ministri”. Condividi