di Stefano Vinti 

Lo scontro elettorale del 25 settembre, tra la destra e la coalizione del PD, si annuncia impari. La genesi di questa situazione va rintracciata nella crisi del governo Conte2, che teneva insieme tutte le anime dello schieramento progressista ad eccezione di Calenda e la Bonino, e godeva di un ampio consenso.
Nel gennaio del 2021il governo Conte aumentava di due punti, raggiungendo il 51%, e il premier il 56%. Molto alto anche il gradimento del ministro Speranza. Durante la fase acuta della pandemia, Conte vantava un indice di gradimento attorno al 64%, arrivando anche a punte del 71%. Intanto la destra perdeva consenso. Una vera e propria novità. 
La destra sceglieva il negazionismo e la denuncia  qualunquista.
Conte, al contrario, puntava sulla responsabilità, la coesione sociale, privilegiando la salute rispetto all'economia, certo tra errori e contraddizioni. 
Comunque, in quella fase si sono invertiti i rapporti di forza tra il centrosinistra e la destra. Preferita la solidarietà sull'egoismo,la responsabilità sul 'liberi tutti '. Un sistema informativo totalmente compiacente ha alimentato una narrazione dispregiativa e macchiettistica dell'azione governativa, ha così contribuito ad abbattere il governo ed una formula politica.
Il 'conticidio' è stato l'obiettivo di Renzi e dei renziani del PD che ci ha portato al governo dei migliori. Il governo Draghi che ci ha regalato: inflazione, crollo dei salari, l'asservimento alla NATO.
Se oggi la crisi si chiude a destra perché non si è alimentata quella stagione e perché non si è andato al voto dopo la caduta del Conte2.

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