Il 17 giugno u.s., presso i locali della sede regionale CGIL, si è tenuto il Coordinamento Regionale del Comparto Igiene Ambientale FP-CGIL.
Ai lavori hanno partecipato portando il loro contributo l’Assessore regionale all’Ambiente, Lamberto Bottini ed il Coordinatore Nazionale del Comparto, Massimo Cenciotti.
In particolare la discussione si è incentrata sul Piano Regionale Gestione Rifiuti pubblicato nel Supplemento straordinario al Bollettino Ufficiale - serie generale - n. 26 del 10 giugno 2009.
Nel merito, il Coordinamento Regionale del Comparto Igiene Ambientale della FP CGIL ritiene indispensabile che gli indirizzi del Piano Regionale siano perseguiti con determinazione affinché lo stesso non rimanga lettera morta e, in particolare, ritiene fondamentale che siano centrati gli obiettivi di ridurre la produzione dei rifiuti, di sviluppare la raccolta differenziata (65% entro il 2012) e di consolidare le tutele dei lavoratori (occupazione e applicazione del CCNL di settore - FISE Federambiente) e dei cittadini attraverso la tutela del territorio e il contenimento delle tariffe.
Per la Funzione Pubblica CGIL dell’Umbria questi sono i punti qualificanti per fare dell’Umbria una regione all’avanguardia non solo per quel che riguarda la gestione integrata del ciclo dei rifiuti, ma anche come territorio di civiltà in un ambiente sostenibile.
Il Piano Regionale Gestione dei rifiuti può essere volano per lo sviluppo economico ed occupazionale dell’Umbria ed è per questo, così come scritto nella suo indirizzo, che l’Amministrazione Regionale sembra aver preso la giusta strada, anche se permangono forti critiche circa l’opportunità di dividere la gestione del ciclo dei rifiuti in quanto si demanda la competenza dello spazzamento e della raccolta a società diverse da quella che in un prossimo futuro dovrebbe gestire l’impianto per lo smaltimento dei rifiuti non differenziabili con recupero termico.
Lo spazzamento delle strade e la raccolta dei rifiuti sono i segmenti “poveri” del ciclo perché caratterizzati da forti spese per chi è tenuto a gestirlo e a sostenerlo (Comuni) e, qualora fossero separati dai benefici/utili derivanti dall’impianto di smaltimento finale, i costi generali rischierebbero di ricadere pesantemente sulle spalle dei cittadini che avrebbero un conseguente aggravio della T.I.A.
Non si può regalare il beneficio della gestione degli impianti ai “soliti noti” che gestirebbero il tutto solo per fare cassa dimenticandosi delle tutele necessarie per i cittadini, per i lavoratori e soprattutto per l’ambiente così come accade in alcune regioni in emergenza rifiuti.
La Funzione Pubblica-CGIL dell’Umbria, auspicando che la Regione Umbria rivisiti la decisione assunta di dividere il ciclo dei rifiuti, ritiene altrimenti assolutamente ineludibile una partecipazione determinante del Pubblico nella futura società proprietaria dell’impianto di smaltimento dei rifiuti non differenziabili: questo infatti si rende necessario per garantire la salvaguardia della salute dei cittadini ed il rispetto dell’ambiente al massimo grado.
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