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di Lucina Paternesi Meloni Con la crisi che incombe e i già cari affitti che gravano sulle finanze degli studenti, il circolo universitario PRC John Reed ha pensato bene di trovare una soluzione all’annosa questione dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari di prima necessità per gli studenti dell’Ateneo perugino, ma anche per i pensionati, e le famiglie “Chi vuole fare la spesa qui è il benvenuto, non chiediamo mica il libretto universitario!”. Così nasce il Gruppo di Acquisto Popolare dell’Università di Perugia: un blog con il listino prezzi, un indirizzo e-mail per prenotare gli ordini, un contratto "informale" tra i giovani studenti universitari e qualche contadino della periferia perugina. Si ispira ai Gas nazionali (gruppi di acquisto solidale), associazioni di persone che si mettono d’accordo per ordinare direttamente dal produttore e fare acquisti collettivi con finalità etiche, di sostenibilità e con un occhio anche al portafogli. “Siamo passati dal dire -noi siamo comunisti- a fare qualcosa di concreto per dimostrare di esserlo davvero” scherza Michele, iscritto al I anno di Scienze Politiche. Continua Ermelinda, iscritta a Biologia,“ noi puntiamo al risparmio e alla qualità. I prodotti sono tutti freschi, diamo l’ordine al contadino il martedì sera, lui li raccoglie il mercoledì e il giovedì mattina ce li porta. E’ un buon sistema anche per loro, sono contenti di vendere a basso costo le loro verdure, approvano in pieno l’iniziativa, accettano il pagamento posticipato”. Questi ragazzi non vendono, ci tengono a sottolinearlo, ma distribuiscono. Puntando al risparmio e alla qualità, al rispetto della natura e ai prodotti locali, sin dalle prime volte c’è stata una media di 20, 25 ordini ogni due settimane. “La volta scorsa siamo arrivati anche a 35 ordini, c’erano le ciliegie a 2,00 Euro al chilo!”. "Poca pubblicità e molto passaparola" continua Ermelinda, "ora facciamo una pausa per l'estate ma a settembre continuiamo con questa iniziativa sperando che dal mondo universitario ci venga data una mano. Noi ci autofinanziamo, non sappiamo neanche come pagare le bollette della luce della sede in via della Torricella”. Una buona risposta pratica al qualunquismo dell’inazione viene dunque, in questo momento così sospeso da un punto di vista politico ma anche economico, da un nutrito gruppo di giovani che ha voglia di darsi da fare per trovare soluzioni pratiche, innovative e di qualità a gesti comuni, come quello di fare la spesa che può avere una “forte e chiara valenza sociale, economica e politica”, come si legge dalla loro Carta di intenti. “Prendere consapevolezza di questo potere permette di elaborare una strategia di condizionamento della politica di approvvigionamento, produzione e distribuzione delle imprese”. Per maggiori informazioni: http://gapuniversita.splinder.com/ gapunipg@gmail.com Condividi