L'AQUILA - "Il pil, se non succede niente, in altre parole se non continua a cadere, alla fine di quest'anno sarà sceso del 5% circa". Lo ha detto, intervenendo alla presentazione del Rapporto sull'economia dell'Abruzzo, il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. La stima di Draghi è peggiore di quella riportata finora nei documenti ufficiali del governo (-4,3%).
Per il Governatore si potrà parlare di crescita solo quando si realizzerà "la tenuta dei consumi e la possibile tenuta del mercato del lavoro". E prima di mettere in campo una strategia di uscita dalla crisi bisogna "riparare" il sistema bancario, visto che "il credito non è ancora tornato ad affluire all'economia".
"Per tornare a crescere - spiega Draghi - la condizione principale è la tenuta dei consumi. Se dovessero flettere i consumi allora anche queste speranze di ripresa potrebbero diventare difficili da realizzarsi".
Secondo il Governatore, inoltre, "per la tenuta dei consumi è essenziale una sostanziale tenuta del mercato del lavoro. In sostanza i comportamenti dei consumatori e delle imprese da un lato e le politiche economiche che verranno fatte nei prossimi mesi, dall'altro, saranno le condizioni per il superamento della crisi".
Intanto da Bruxelles giunge la notizia che nel 2008, l'Italia si è confermata solo al tredicesimo posto, in termini di pil pro capite, all'interno dell'Unione europea, piazzandosi di nuovo alle spalle della Spagna. E' quanto emerge dalla graduatoria resa nota oggi da Eurostat.
Secondo le prime stime elaborate dall'istituto di statistica europeo, il Pil dell'Italia per abitante è risultato pari a 100 (la media Ue) contro 104 della Spagna. Ad aprire la classifica Eurostat è il Lussemburgo con 253, seguito a Irlanda, Olanda, Austria, Svezia, Danimarca, Gran Bretagna, Finlandia, Germania, Belgio, Francia e Spagna. Subito alle spalle dell'Italia si è piazzata la Grecia (95), seguita da Cipro e dalla Slovenia.
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