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PERUGIA – “Con il Piano di tutela delle acque la Regione Umbria individua le azioni strategiche e gli interventi per raggiungere, entro il 2015, lo stato di qualità ‘buono’ in tutti i fiumi, laghi, falde umbri perseguendo, allo stesso tempo, un uso sostenibile delle risorse idriche. È questa la scommessa che ci impegniamo a vincere, con la collaborazione dei cittadini e dei settori produttivi”. Così l’assessore regionale all’Ambiente e Sviluppo sostenibile Lamberto Bottini commenta l’adozione del Piano da parte della Giunta regionale dell’Umbria. “Il Piano regionale di tutela delle acque – sottolinea l’assessore Bottini – rappresenta uno strumento fondamentale per migliorare, sotto il profilo della qualità, le acque superficiali e sotterranee dell’Umbria, il cui stato attualmente, grazie agli interventi già effettuati e in corso per ridurre e prevenire l’inquinamento, è sufficiente, con qualche punta più elevata di qualità e alcune criticità. Al risanamento e alla salvaguardia della risorsa acqua – aggiunge - si associano le azioni per la corretta fruizione e la gestione del patrimonio idrico in modo da garantire un incremento quantitativo di acqua per gli usi potabili. Nel processo di miglioramento, infatti, sono coinvolti i vari settori di riferimento, dall’agricoltura alle attività industriali, ai gestori degli impianti di depurazione: tutti chiamati a collaborare per conseguire gli obiettivi indicati dal Piano”. “Con questo Piano – rileva ancora l’assessore Bottini – si compie un notevole passo in avanti nelle politiche ambientali regionali e la Regione rafforza le sue azioni per lo sviluppo sostenibile dell’Umbria. La sua strategia d’intervento, infatti, consente alle attività agricole e industriali di svilupparsi e di ridurre allo stesso tempo l’impatto su suolo e acque. Quello che abbiamo adottato – conclude Bottini - è un Piano complesso e impegnativo per la cui attuazione sono previste risorse finanziarie per circa 480 milioni di euro, con interventi già attivati per 114 milioni di euro e altri 160 milioni di euro in fase di attivazione, attingendo anche da stanziamenti per altri Piani e programmi”. Il Piano di tutela delle acque adottato dalla Giunta regionale verrà ora trasmesso al Consiglio regionale per la definitiva approvazione, che dovrà avvenire entro dicembre 2009, e inviato all’Autorità di bacino del fiume Tevere, all’Autorità di bacino del fiume Arno e al Ministero dell’Ambiente. LA SCHEDA Il Piano di Tutela delle Acque (“Pta”) è uno specifico piano di settore di cui le Regioni si devono dotare per la protezione delle risorse idriche (in base al decreto legislativo 152/2006 che ha recepito la direttiva comunitaria e che costituisce, nella parte III, l’attuale “legge quadro” sulla tutela delle acque dell’inquinamento). Il Piano deve prevedere le misure per il raggiungimento dello stato ambientale buono entro il 31 dicembre 2015 in fiumi, laghi, falde. Gli obiettivi generali del “Pta” sono quelli di prevenire e ridurre l’inquinamento e risanare i corpi idrici inquinati, migliorare lo stato delle acque e proteggere quelle destinate a particolari usi, perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche con priorità per quelle potabili, mantenere la capacità di autodepurazione dei corpi idrici e la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate. Il “Piano regionale di tutela delle acque”, predisposto dal Servizio Risorse idriche e rischio idraulico della Regione Umbria e da “Arpa” (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) Umbria è stato adottato dalla Giunta regionale nella seduta del 23 giugno 2009 con atto n. 869, e pubblicato per estratto sul Bollettino ufficiale della Regione Umbria e sul portale web della Direzione regionale Ambiente, territorio e infrastrutture per “assicurare la più ampia divulgazione”. L’adozione è stata preceduta dalla preadozione della proposta di Piano e dalla procedura di Valutazione ambientale strategica (“Vas”) conclusasi con l’emissione del Parere motivato da parte dell’autorità competente in data 29 dicembre 2008. Il “Pta” della Regione Umbria si compone di tre parti. La Parte I contiene il quadro di riferimento normativo e i vincoli, indirizzi e obiettivi contenuti in altri atti di pianificazione di settore. La II presenta il quadro di riferimento ambientale, lo stato delle conoscenze e la valutazione delle pressioni e degli impatti dell’attività dell’uomo sulle acque superficiali e sotterranee. Per i corsi d’acqua, la situazione è, nel complesso, “sufficiente”, con maggiori criticità nel Marroggia e nel Nestore (per i quali sono in corso progetti di riqualificazione). Relativamente alla quantità di acqua, le maggiori criticità sono localizzate nel settore centro occidentale del territorio regionale dove i corsi d’acqua non hanno flussi di base significativi in grado di sostenere portate abbondanti nel periodo estivo e di sopperire alle esigenze irrigue della stagione. A questo si aggiunge la particolare situazione idrologica del Lago Trasimeno. La Parte III contiene le azioni strategiche e gli interventi del Piano. Nove le sezioni in cui è articolata in cui sono descritte le misure per la tutela quantitativa della risorsa e per il risparmio idrico (comprese le misure per adeguare il sistema delle concessioni e autorizzazioni ai prelievi) e quelle per la tutela qualitativa con la riduzione dell’inquinamento da fonti diffuse e puntuali. In particolare, per il sistema fognario si prevede l’obbligo di estendere la copertura delle reti fognarie a tutti gli agglomerati di consistenza superiore a 200 “Ae” (abitanti equivalenti) e la totale eliminazione dei casi in cui i reflui sono canalizzati, ma non depurati. Per il sistema depurativo sono previsti, tra gli altri, interventi di potenziamento della capacità depurativa di 59 impianti e adeguamenti. Tra le misure per le attività produttive, l’ottimizzazione degli impianti di itticoltura e del trattamento depurativo degli scarichi. La riduzione dell’inquinamento da fonti diffuse viene perseguita attraverso la corretta applicazione della disciplina sull’uso agronomico dei reflui zootecnici e delle acque di vegetazione e l’attuazione del Programma di azione per le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola. Una sezione è dedicata al quadro economico finanziario nel quale si evidenzia come le misure di Piano siano integrate con gli strumenti attuativi della politica delle acque già operativi su scala regionale (Accordo di programma quadro Stato – Regione, Piani e programmi comunitari, Piano di emergenza idrica). Sono previste, inoltre, attività di informazione e sensibilizzazione sugli obiettivi del Piano e un programma di verifica dei risultati attesi. Inoltre è stato inserito un allegato contenente l’aggiornamento del Piano ai disposti dei più recenti decreti attuativi al Testo unico ambientale (D.Lgs. 152/06). In particolare viene riportata la nuova rete di monitoraggio dei corpi idrici regionali e il “Registro delle Aree Protette”. Condividi