Ha chiesto di spostare il processo di secondo grado da Perugia a un'altra città a causa del ''clamore mediatico'' legato alla sua vicenda, Tiziana Deserto, condannata in primo grado a 15 anni di reclusione per concorso nell'omicidio e nella violenza sessuale subita dalla figlia, Maria Geusa. La Corte d'appello ha quindi sospeso il procedimento cominciato oggi e inviato in Cassazione l'istanza presentata dai difensori della donna.
Per i difensori della Deserto, gli avvocati Gianni e Eugenio Zaganelli, ''non ci sono le condizioni per un giusto processo'' a causa ''del clamore mediatico che ebbe all'epoca la vicenda'', con la donna (che si e' sempre proclamata innocente) ''additata come il mostro''. Clamore che, secondo i legali ha contribuito a creare ''il pregiudizio'' della gente con ''l'impossibilità per la donna di trovare lavoro'' che tutt'ora ''è additata e insultata dalla gente''.
Questa mattina Tiziana Deserto e il marito, Massimo Geusa, erano presenti in aula. Maria Geusa morì il 6 aprile del 2004 nell'ospedale di Città di Castello dove era stata ricoverata il giorno prima. I carabinieri arrestarono quindi l'imprenditore edile Giorgio Giorni, condannato definitivamente all'ergastolo per avere violentato e ucciso la bambina. Secondo l'accusa Maria venne affidata all'uomo dalla Deserto che sarebbe stata a conoscenza delle violenze alla quale Giorni avrebbe sottoposto la figlia anche in passato.
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