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ROMA - ''Dietro l'inchiesta di Bari c'e' qualcuno che ha dato un mandato molto preciso e benissimo retribuito a questa signora D'Addario''. Lo dice il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un'intervista a direttore di ''Chi'' che il settimanale di famiglia pubblica domani, mercoledi' 24 giugno. ''Non ho mai pagato una donna. Non ho mai capito che soddisfazione ci sia se non c'e' il piacere della conquista'', aggiunge il premier, che alla domanda di Alfonso Signorini: ''Non si era reso conto che potesse essere una prostituta d'alto bordo che voleva tenderle una trappola?'' risponde: ''Se sospettassi di una persona una cosa del genere, le starei lontano mille miglia''. "Sono un garantista e per questo sospendo ogni giudizio". Afferma ancora il presidente del Consiglio a proposito di Gianpaolo Tarantini, l'imprenditore al centro dell'inchiesta di Bari su tangenti nella sanità e su un giro di squillo. "L'ho conosciuto la scorsa estate in Sardegna e mi è stato presentato come un imprenditore serio e stimato. Ora che è al centro di un'indagine penso che per lui, come per ogni cittadino coinvolto in un'azione giudiziaria, debba valere - conclude - la presunzione di innocenza". FAMIGLIA CRISTIANA ATTACCA IL PREMIER Il "limite della decenza" è stato superato nel comportamento "indifendibile" dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, e la Chiesa italiana "non può ignorare l'emergenza morale": è quanto afferma il direttore di "'Famiglia Cristiana'', don Antonio Sciortino, rispondendo alle lettere dei lettori disorientati di fronte allo scandalo delle cosidette 'escort'. Don Sciortino sottolinea che i cattolici italiani sono disorientati dal decadimento morale. "I cristiani (come dimostrano le lettere dei nostri lettori) sono frastornati e amareggiati - spiega Sciortino - da questo clima di decadimento morale dell'Italia, attendono dalla Chiesa una valutazione etica meno 'disincantata'". "Non si può far finta - spiega - che non stia succedendo nulla, o ignorare il disagio di fasce sempre più ampie della popolazione, e dei cristiani in particolare". Chi esercita il potere, anche con un ampio consenso di popolo, scrive il direttore di Famiglia Cristiana, non può "pensare di barattare la morale con promesse di leggi favorevoli alla Chiesa: è il 'classico ' piatto di lenticchie da respingere al mittente". "La Chiesa, però, non può abdicare alla sua missione e ignorare l'emergenza morale nella vita pubblica del Paese", prosegue don Sciortino. "Nessuno - aggiunge - pensi di allettarla con promesse o ricattarla con minacce perché non intervenga e taccia". ''A tutto c'e' un limite. Quel limite di decenza e' stato superato. Qualcuno ne tragga le debite conclusioni'': cosi' il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, conclude - sul numero in uscita del settimanale - una lettera in risposta ai suoi lettori che gli chiedono un giudizio sulle vicende personali del presidente del consiglio Silvio Berlusconi. ''Il problema dell'esempio personale -spiega - e' inscindibile per chiunque accetta una carica pubblica. In altre nazioni - osserva don Sciortino - se i politici vengono meno alle regole (anche minime) o hanno comportamenti discutibili, sono costretti alle dimissioni. Perche' tanta diversita' in Italia? L'autorita' senza esemplarita' di comportamenti non ha alcuna autorevolezza e forza morale. E' pura ipocrisia o convenienza di interessi privati. Chi esercita il potere, anche con un ampio consenso di popolo, non puo' pretendere una ''zona franca'' dall'etica''. ''Di fronte all'Italia che arranca, di fronte al polverone mediatico sulle vicende del premier, i problemi reali del Paese (famiglia, lavoro, immigrati, riforme...) sono passati in secondo ordine'', aggiunge ancora il direttore del settimanale dei Paolini. ''C'e' da augurarsi, quanto prima, che da una 'politica da camera da letto' si passi alla vera politica delle 'camere del Parlamento', restituite alla loro dignita' e funzioni. Prima che la fiducia dei cittadini verso le istituzioni prenda una via senza ritorno''. L'INCHIESTA, PM IN CASERMA Un'attività istruttoria è in corso da parte del pm Giuseppe Scelsi in una caserma di Bari della Guardia di Finanza nell'ambito dell'indagine sul giro di ragazze che hanno partecipato a feste in residenze vip, tra cui Palazzo Grazioli e Villa Certosa. Non è escluso che il magistrato stia ascoltando alcuni testimoni. Scelsi, titolare dell'indagine, è stato visto oggi nel parcheggio del palazzo di giustizia di via Nazariantz a bordo di una Fiat Croma guidata da un autista. Dalla vettura é sceso il procuratore della Repubblica, Emilio Marzano, e l'auto con a bordo Scelsi è ripartita frettolosamente in direzione della vicina caserma della Guardia di Finanza. Condividi