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Per una volta tanto siamo leggermente ottimisti vedendo il bicchiere per un quarto pieno e non per tre quarti vuoto: poteva andare molto peggio. Il peggio sarebbe stato lo sfondamento sopra il 40% del PDL, quel plebiscito chiesto su tutte le reti televisive da Berlusconi, che per fortuna non c'è stato, anzi, ad essere pignoli, il PDL arretra rispetto alle politiche di 2 punti percentuali. Non è l'inizio del declino, di cui parla un po' sconsideratamente il segretario del PD Franceschini, sopratutto dopo che il Centrosinistra ha perso decine di amministrazioni, ma è una significativa battuta d'arresto. Punto, le buone notizie, per quanto uno voglia essere ottimista, finiscono qui. Per il resto il PDL continua ad essere il primo partito in tutta Italia, conquistando anche Marche ed Umbria, mentre il PD scende al 26,14%. e ad avvantaggiarsi di questa situazione di frenata del PDL e calo del PD, sono la Lega Nord da un lato e l'Italia dei Valori dall'altro, due forze politiche opposte ma per certi versi con non pochi punti in comune. La Sinistra, divisa, recupera 500.000 voti rispetto al risultato dell'Arcobaleno, troppo pochi per avere una rappresentanza a Strasburgo, ne servivano almeno il doppio. La cosa preoccupa e non poco. Le elezioni europee per modalità di voto (sistema rigorosamente proporzionale) e per la loro natura (assenza di una contesa per il governo nazionale e quindi di una polarizzazione tra schieramenti) rappresentavano un contesto di voto libero oggettivamente favorevole per un recupero di consensi a Sinistra, di una parte si sperava consistente di quei 3 milioni di voti (considerando anche il Partito socialista) persi nel 2008 tra voto utile ed astensionismo. Questo recupero non c'è stato o se c'è stato è avvenuto in modo parziale e al disotto delle aspettative. Nel 2008 l'Arcobaleno si presentò agli elettori chiedendo un voto per la propria lista, altrimenti in Italia, unico paese in tutta l'Europa, non ci sarebbe più stata una presenza della Sinistra nel Parlamento, la Sinistra sarebbe scomparsa. Gli elettori risposero dicendo che di quella Sinistra, dai caratteri confusi e litigiosi molto spessa intenta a parlare ed occuparsi d'altro rispetto ai problemi di tutti i giorni, potevano farne tranquillamente a meno. Oggi, in una situazione resa ancor più pesante dalla crisi, la risposta è la stessa, continuano a percepire questa Sinistra come una cosa inutile, ininfluente rispetto alle dinamiche del paese. Questo il dato vero rispetto al quale fare i conti: una Sinistra, inutile e per capire cosa fare è necessario capire come tutto ciò è accaduto. E siamo alle solite. Dopo la sconfitta del 2008 (sembra chissà quando ma era la primavera dell'anno scorso), dopo una breve fase di elaborazione del lutto si è ripartiti esattamente come prima. Con sincerità, quali sono gli elementi di novità, di rottura con il passato introdotti tali da far esclamare ad un vecchio (ma anche nuovo) elettore di sinistra “Finalmente hanno capito, si cambia strada e si va avanti”. Sarebbe interessante aprire un'indagine per capire cosa è cambiato, da un anno a questa parte, nella percezione che gli elettori hanno della Sinistra. Il voto europeo ci ha però consegnato, ma forse questo alla fine rappresenta un dato positivo, sicuramente di chiarezza, due Sinistre ormai, credo, irrimediabilmente distinte ed avviate su progetti politici diversi. L'esperienza di Sinistra e Libertà, che non ho condiviso e non condivido, mi pare avviata lungo la strada della costruzione di una forza, nessuno se ne abbia a male ma non trovo altro termine, di complemento del Partito Democratico, pronta a lucrare su dinamiche interne a quella forza politica. Più complessa è la situazione sull'altro versante. Al momento di dar vita alla lista anticapitalistica, che sia detto per inciso in Umbria con il suo 6,22% ha colto il secondo miglior risultato nazionale dopo la Puglia, le sue quattro componenti, Rifondazione, Comunisti Italiani, Socialismo 2000 e Consumatori, dichiararono la volontà di continuare anche dopo le elezioni questa esperienza dando vita ad un coordinamento stabile. Bene il coordinamento, ma per fare cosa, per praticare quale linea politica. All'ultimo Comitato Politico Nazionale di Rifondazione sono state presentate quattro diverse risoluzioni e quattro linee politiche diverse. Per le Europee i quattro soggetti sottoscrissero un documento stringato ma assolutamente chiaro nelle direttrici politiche e nella collocazione, all'opposizione rispetto alle scelte neoliberiste europee portate avanti da popolari e Socialisti. Bene per l'Italia si è in grado di praticare altrettanta chiarezza di posizioni e collocazioni, a partire, ad esempio su cosa significa in concreto costruire una forza di Sinistra autonoma dal Partito Democratico? Condividi