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E' stato Giancarlo Cintioli, come relatore di maggioranza, ad illustrare oggi pomeriggio in consiglio regionale i contenuti dei 100 articoli che compongono il disegno di legge della giunta che detta ''Norme per il governo del territorio e per il rilancio dell'economia attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente''. Una parte del disegno di legge (dall'articolo 33 al 38) definisce le nuove norme per gli interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione degli immobili, in attuazione dell'accordo Stato-Regioni del 31 marzo scorso che prevede azioni per il rilancio dell'economia attraverso l'edilizia (il cosiddetto Piano casa). La legge in questione disciplina i rapporti tra Regione, Province e Comuni in materia di pianificazione, per assicurare una trasformazione territoriale ed urbana sostenibile e funzionale. Regola inoltre ampliamenti, recuperi, demolizioni e ricostruzioni (esclusi i centri storici), anche nell'ambito delle attività produttive. ''Quello voluto da Berlusconi non è un piano casa, ma un incentivo alla deregulation edificatoria. Per fortuna il testo che è oggi in consiglio regionale e' frutto di una scelta di coalizione che ha saputo opporsi alle proposte di alcuni esponenti del centrodestra che, fino all'ultimo, sprezzanti del senso della misura e del decoro, hanno addirittura avuto il coraggio di definire 'geniale' un provvedimento, quello del governo Berlusconi, che ha come unico effetto certo quello di infliggere un colpo pesantissimo al nostro territorio e alle sue prospettive economiche''. Lo afferma Oliviero Dottorini, capogruppo regionale dei Verdi. ''Oggi quelle che il centrodestra umbro - continua Dottorini in una nota - definisce come 'assurde limitazioni' agli ampliamenti degli edifici non sono altro che norme che consentono di non imboccare la via di una deregulation selvaggia. Purtroppo non siamo così sicuri che questo provvedimento riuscirà a disinnescare i meccanismi perversi messi in atto dal governo Berlusconi e fortemente sponsorizzati dagli esponenti del Pdl regionale. Alcuni nostri emendamenti migliorativi - continua Dottorini - non sono stati presi in considerazione, tuttavia riteniamo che i rischi maggiori si siano evitati e che il provvedimento non si discosti molto da quelli predisposti da altre Regioni come la Toscana. Di sicuro questo testo ha almeno il pregio di non giungere agli eccessi di regioni come il Veneto, che ha pensato di strafare, prevedendo interventi anche nei centri storici e concedendo aumenti volumetrici fino al 40 per cento''. ''Quando sentiamo esponenti del centrodestra - conclude Dottorini - abbandonare ogni ritegno e bollare come 'aggravanti' e come 'vincoli assurdi' la necessità di subordinare gli ampliamenti alla certificazione di sostenibilità ambientale e l'obbligo di riqualificazione architettonica ed ambientale degli edifici abbiamo la rappresentazione plastica del modo di concepire la tutela dei beni comuni e collettivi che il Pdl coltiva''. Condividi