di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - É morto a Padova il professor emerito Enrico Berti (1935-2022), filosofo ed uno dei maggiori esperti mondiali del pensiero di Aristotele. Laureato nel 1957 a Padova - lui era nato a Valeggio sul Mincio di Verona -, era stato assistente a Padova (1961-1964), docente di Filosofia Antica e di Storia della Filosofia a Perugia (1961-1971) ed era poi tornato nella “sua” Padova (1971-2009). Accademico dei Lincei, già presidente della Società Filosofica Italiana, presidente onorario dell’Istituto internazionale di Filosofia, Grande Ufficiale OMRI, Berti ha lasciato anche nel capoluogo umbro una bella schiera di allievi che si sono poi fatti onore.
Per ricordarlo e rendergli onore a palazzo Bo si terrà il prossimo 12 gennaio la cerimonia dell’Alzabandiera.
Chi ha seguito i suoi corsi a palazzo Manzoni lo ricorda come un docente aperto al dialogo, sorridente, gentile (a proposito, mi pare si fosse laureato e si dichiarasse allievo di Marino Gentile), chiaro nell’esposizione. 
Nel 2009 ha pubblicato un saggio dal titolo "In principio fu la meraviglia”, ma già nel corso delle sue lezioni perugine alla fine degli anni Sessanta amava ripetere che la filosofia era nata dal “taumazein”, cioé dalla meraviglia, appunto, dell’uomo davanti al creato: dall’alba al tramonto, da un evento naturale al moto delle stelle. É il meravigliarsi che scatena la curiosità, la riflessione, il ragionamento.
Aristotele, il primo che partì dalla storia del pensiero filosofico per poi affrontare i problemi portanti della filosofia, sottolineava che fu Esiodo (VIII sec. a.C.) nella Teogonia a porsi il problema dell’origine delle cose. 
In quegli anni a Perugia, oltre a Berti, insegnavano i vari rami della filosofia docenti del livello di Cornelio Fabro, Armando Rigobello, Vincenzo Cappelletti, Giovani Romano Bacchin.

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