Siamo tutti soddisfatti dei soldi che arriveranno in Umbria con il PNRR, Molto soddisfatti. Abbiamo presentato un cesto di progetti ma, fino ad oggi, l'unico che ci ricordiamo approvato e ammesso al finanziamento da 87 milioni, sia il BRT del Comune di Perugia. Se mi sbaglio mi correggerete! Il punto non è questo: il punto che siamo alla fine del 2021 e per il giugno del 2026 tutte le opere, progetti finanziati dovranno essere completati, conclusi e attivi. Non parliamo solo di opere infrastrutturali, appalti da svolgere, ma anche della semplice formazione o digitalizzazione. Il punto è che non occorre più il solo rendicontare e presentare le fatture, per dimostrare l'avanzamento dei lavori: l'Europa vuole di più e pretende di più. Cosa? Le riforme: pubblica amministrazione e burocrazia, giustizia, tecnologia e concorrenza.

Per uno svedese, un tedesco cinque anni per realizzare un progetto sono tempi lunghissimi, per noi italiani è invece un lampo, appena il tempo di scegliere, decidere, progettare, appaltare, far intervenire la magistratura chiamata in causa da un ricorso... Tempi lunghissimi se ci soffermiamo a pensare solamente a quello che è successo, cito per puro esempio, con il raddoppio selettivo della FCU tra Ponte San Giovsanni/Sant'Anna. Non voglio fare l'uccellaccio del malaugurio, ma mi vanto di avere la vista lunga e di essermi sbagliato raramente in passato su come sarebbero finite le cose. Ma chi cerca di essere utile alla causa, raramente viene ascoltato, o peggio ancora, preso in considerazione.

Faccio un altro piccolo esempio: la centrale di termoriscaldamento a Prepo che torna di prepotenza a far parlare di se in queste ore. Sono stato dalla parte del comitato contrario alla sua creazione, per un motivo banale e semplice: nessuno garantiva il suo funzionamento senza problemi, nessuno aveva risposte da dare alla domanda... e se si blocca la caldaia, che fine fanno gli utenti allacciati? Ma il business è business, quella centrale toccava farla e l'hanno fatta e oggi, dieci anni dopo, è ferma con seri problemi tecnici, difficilmente risolvibili, secondo quanto dice il nuovo gestore, costretto a non poter fornire il servizio a centinaia di famiglie allacciate e due scuole, lasciate in balia degli eventi. L'unico che aveva messo il dito sulla piaga, l'unico fesso che non capiva la tecnologia emergente, il salto di qualità futuristico, era stato il bastian contrario cronico che non ne azzecca una.

Il succo di questo discorso? Che dobbiamo cambiare in fretta il modo di operare e svolgere i progetti. Non a caso proprio oggi alla Scuola di Pubblica Amministrazione Umbra si da via al programma innovativo che mira ad abbattere la burocrazia tramite lo scambio di soluzioni e buone pratiche, così da potenziare efficienza delle procedure, trasparenza e semplificazione. La lumaca umbra si mette in marcia, analizza i suoi errori e scelte sbagliate e forse riuscirà a trovare la chiave per aprire le porte a un futuro di una regione con il carburante da Nord Italia, piuttosto che da mezzogiorno.
C'è un altro piccolo fatto che mi fa preoccupare: i 600 km di fibra stesi dalla regione negli anni passati e ancora inutilizzati e non sfruttati. Abbiamo lasciato che i privati stendessero la loro fibra e che gli utenti pagassero loro il dazio. L'Umbria che poteva collegare tutti i suoi centri resta in attesa, cambia le leggi, con il pensiero non di gestire l'autostrada informativa, ma di affittarla, come e a chi non si sa, ma di affittarla è sicuro. Magari il buon assessore Melasecche leggerà queste parole e magari troveremo anche il modo di discuterne, ma per attuare i progetti che vogliamo vedere finanziati dal PNRR, avremo bisogno di queste risorse, meno burocrazia, più celerità, più efficienza, soprattutto sul piano della digitalizzazione, perchè cambia molto tra l'avere la propria autostrada e pagare il pedaggio dell'autostrada che era di nostra proprietà. Più o meno come abbiamo fatto con le autostrade, quelle d'asfalto. Lo stato le ha costruite e quando si iniziava a poter guadagnare ha preferito darle in gestione, affittarle ai Benetton. Quattro spicci in cambio, gestione pessima e gli utenti che si svenano per camminarci sopra. Pura tecnologia e scienza all'italiana.
 

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