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di Isabella Rossi Sulle stragi del 20 giugno 1859 una prospettiva nuova. Non a caso una giuridica, quella offerta da Giuseppe Severini, magistrato dal 1978, consigliere di Stato dal 1988 e presidente della commissione sulla Corte penale internazionale. “Avevo 8 anni quando ricorse il centenario e ricordo il lunghissimo corteo dal centro alla colonna del 20 giugno. Una manifestazione corale.” Altri tempi, secondo Severini, che attraverso una riflessione storico-giuridica si propone un miglior inquadramento dei fatti senza chiamare in causa la religione. Se per crimini di guerra si considera la violazione del “Ius in Bello”, del diritto in guerra, allora le stragi del XX giugno rientrano, secondo il magistrato appassionato di storia, a pieno titolo nella categoria. Questo l’esito di un lungo processo di maturazione giuridica sulla liceità delle azioni violente in guerra. Partendo dalle crociate, in cui veniva sancita la “sacralità della guerra” – in quanto espressione del volere divino – sino alla Francia del ‘600 con la costituzione dei reggimenti, in sostituzione dei condottieri mercenari, si può osservare l’affermazione del concetto di “limite della violenza della guerra”. E’ allora, infatti, che si sente l’esigenza di contrapporre all’assenza di morale del mercenariato un modello di guerra intesa come “duello tra sovrani”, e in quanto tale rispettosa di determinati limiti. Da ciò si consolideranno, nel tempo, due principi utili a giudicare i crimini di guerra: quello della necessità e della proporzione. Secondo Severini i crimini commessi dalla truppa pontificia “superano abbondantemente il limite posto dai due principi”, maturati in secoli di pensiero cattolico e laico. Assassinio di inermi, stupri e il famoso attacco alla basilica di San Pietro, i saccheggi, gli incendi e le rapine “erano reati non necessari né proporzionati alla resistenza dei pochi volontari perugini. Degli illeciti alla luce del concetto di crimini di guerra”. La conferenza si è tenuta ieri nella Sala “Umbri ed Etruschi” del Museo Nazionale Archeologico di Perugia. Condividi