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ROMA - Continua a crescere la fame nel mondo. Per la prima volta nella storia umana, si stima che oltre un miliardo di persone nei paesi in via di sviluppo è sottonutrito. Lo rende noto la Fao, l'organismo dell'Onu che si occupa di contenere la piaga della carenza di cibo nel mondo. Le stime per il 2009 sono state riviste al rialzo: 1,02 miliardi sono gli affamati, oltre 100 milioni sopra il livello dell'anno scorso. Un sesto della popolazione mondiale non ha sufficiente cibo per sopravvivere. E' l'effetto dell'attuale crisi economica mondiale, spiega la Fao, che ha ridotto i redditi, aumentato la disoccupazione e ridotto l'accesso al cibo ai più poveri che vivono in Asia; nel Nord Africa e nell'Africa Sub-Sahariana; in America Latina; nel vicino Oriente e non solo: almeno 15 milioni abita nei paesi sviluppati. Secondo il direttore generale Jacques Diouf, "questa silenziosa crisi alimentare costituisce un serio rischio per la pace e la sicurezza nel mondo. Non possiamo rimanere indifferenti". Se non verranno adottate subito misure sostanziali e durature, sottolinea l'agenzia Onu, non verrà raggiunto l'obiettivo sottoscritto da 180 Paesi presenti al vertice mondiale dell'Alimentazione nel 1996 di ridurre entro il 2015 il numero delle persone sottonutrite nel mondo. Se n'era parlato anche nell'aprile scorso al vertice dei ministri dell'Agricoltura in vista del G8 di Luglio all'Aquila: "Serve definire regole eque per il commercio internazionale - disse il ministro Luca Zaia - che consentano ai Paesi in via di sviluppo una crescita sana e duratura, senza affamare nessun agricoltore". Come spiega Diouf, direttore della Fao, "le nazioni povere devono essere dotate degli strumenti economici e politici necessari a stimolare la produzione e la produttività del loro settore agricolo. Per ridurre il numero di persone vittime della fame, i governi, assistiti dalla comunità internazionale, devono garantire ai piccoli contadini l'accesso non solo a sementi e fertilizzanti, ma anche a tecnologie più adatte, infrastrutture, schemi di finanza rurale e mercati". Condividi