Ambiente e inceneritori a Terni. Risponde l'assessore
di Benedetta Salvati (assessore all’ambiente e vicesindaco) Sull’impossibilità per legge di revocare l’autorizzazione del termovalorizzatore Riguardo alla questione del termovalorizzatore di Maratta, il M5S dovrebbe essere intellettualmente onesto e ammettere che è impossibile per legge revocare ad un'azienda un’autorizzazione alla termovalorizzazione dei rifiuti. Un’autorizzazione peraltro rilasciata non da questa Amministrazione, ma quando Terni era governata da coloro con i quali spesso lo stesso M5S condivide dichiarazioni che, francamente, dovrebbero quantomeno causare un pochino d’imbarazzo. Sul parere negativo espresso dalla Giunta Latini rispetto all’ampliamento delle tipologie di rifiuti da bruciare Il Movimento dovrebbe per contro riconoscere la nostra buona azione amministrativa e politica in materia ambientale, quantomeno nell’aver saputo costruire un parere negativo all’allargamento delle tipologie di rifiuti da termovalorizzare a Maratta.
Un parere che ha contributo a stoppare un iter altrimenti irreversibile, ribadendo chiaramente che ciò che è stato pensato a livello nazionale, non è e non sarai mai una strada percorribile né a Terni, né nella conca ternana. Su caminetti e barbecue Capisco la facile ironia e anche a me piace fare il barbecue, o accendere il camino (che peraltro non ho). Tuttavia, occorre prendere atto delle evidenze scientifiche che dimostrano come la combustione dei camini e degli impianti a biomassa costituisca uno dei maggiori contributi, in termini percentuali, dell'inquinamento atmosferico della città. Non lo diciamo noi, ma l’intera comunità scientifica: da quella regionale a quella nazionale e internazionale. Basta documentarsi anche solo nel web, se non si ha tempo di leggere le pubblicazioni scientifiche. Tutte le città che hanno problematiche analoghe e/o molto più gravi della nostra (ad esempio quelle del bacino padano), hanno sottoscritto accordi di programma con il Ministero che prevedono il divieto o la limitazione dell’utilizzo dei camini nel periodo invernale. E questo è avvenuto proprio quando era ministro un autorevole rappresentante del M5S. Se vogliamo che le cose cambino è necessario il contributo e il sacrificio di tutti: cittadini e attività industriali.
Sulle acciaierie, le loro responsabilità ambientali, i loro investimenti e il ruolo degli enti locali Sappiamo tutti che da tempo Le acciaierie di Terni stanno orientando investimenti molto importanti in interventi per la tutela dell’ambiente. A chi dice che gli Enti locali si limitano a imporre divieti solo sui caminetti dei cittadini, non interessandosi dell’inquinamento della grande industria, vorrei ricordare che il progetto di Ast sulla rampa scorie e sul metal recovery, innovativo e unico al mondo, non è stato solo il frutto della lungimiranza aziendale, ma è invece un progetto nato da una interpretazione costruttiva di una prescrizione autorizzativa che la Regione Umbria in primis e poi tutti gli enti chiamati ad esprimersi nell'ambito dei procedimenti autorizzativi, hanno inteso imporre all' azienda, alla luce del forte impatto di alcune produzioni rispetto alla qualità dell'aria cittadina e con l’obiettivo di ridurre i conferimenti di rifiuti nella discarica. Sulle ordinanze antismog, sui progetti che cambieranno il ruolo della città Per tutto questo e altro ancora, chiedo al M5S di non limitarsi alle ricostruzioni strumentali, raccontando ai cittadini solo una parte della realtà a fini politici.
Proviamo invece a lavorare insieme sulle questioni, affrontandole seriamente. Questa amministrazione comunale sta dimostrando con i fatti che le questioni ambientali non vengono affrontate con le sole ordinanze anti smog, come invece accadeva sempre in precedenza. Il progetto Hydra e il grande sogno di diventare ancora città di riferimento per l’innovazione nella transizione energetica, ne sono un esempio. A chi chiede perché non si vedano ancora circolare autobus ad idrogeno, rispondo che non ha alcuna consapevolezza dei tempi e dei modi con i quali progetti così complessi si mettono a terra. Anche alla luce dei confronti che ho avuto con tante realtà italiane nell'ambito di recenti convegni e incontri, posso dire che la nostra progettualità sul trasporto pubblico locale a idrogeno ha i maggiori margini di concretezza e di realizzazione rispetto a tutti gli altri progetti in campo e dovrà essere di stimolo per la creazione di una filiera sul nostro territorio. Noi, con i nostri tecnici e i nostri uffici, lavoriamo per raggiungere risultati immediati e in prospettiva, con tutti i problemi e i limiti che sappiamo di avere, ma certo non ci sentiamo di meritare l’appellativo di falliti, perché crediamo in quel che facciamo e siamo capaci di valutarne i risultati, anche nel confronto con gli altri.

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