Per la nuova serie UMBRIA: Utima Frontiera, inauguriamo la nostra rubrica del Chi lo ha visto? Fatti, progetti e personaggi scomparsi dal territorio. 
L'inaugurazione della rubrica spetta di diritto a Leolandia, il grande parco divertimenti che chiedeva 36 milioni di inestimenti, garantendo almeno 250 posti di lavoro tra addetti e commercio. Leolandia festeggia oggi i suo 50 anni di attività ma all'appello manca la realizzazione del grande progetto che in Umbria doveva svilupparsi dal 2018 e che metteva, sul piatto, una bella fetta di milioni e una cifra consistente da parte della Regione Umbria: 350 mila euro a fondo perduto. Dicono che sia solo un problema legato alla pandemia che ha creato disagi per la costruzione del progetto e che appena finita l'emergenza... 

Il bello è che il progetto è in ballo da almeno cinque anni, dalla Giunta Marini alla Giunta Tesei, una e unica volontà di costruire nella vallata di confine tra terni e narni un grande parco divertimenti che avrebbe attratto milioni di turisti. Per essere più chiari su quella stessa aerea dove doveva sorgere anni prima la grande meraviglia di epoca romana Roma Vetus, costruzioni vere e reali per costruire l'esatta Roma imperiale nei dettagli. Miliardi di investimenti con la costruzione che passò da Castelgiorgio sulle sponde del Nera alla confluenza con il biondo Tevere. Progetto morto e seppellito insieme all'altro progetto più consistente e basato sul lavoro. La costruzione della grande centrale a turbogas pensata dai tedeschi della AST che avrebbe rifornito, a costi dimezzati, energia elettrica e teleriscaldamento a tutta la conca ternana. Progetto morto, sepolto e dimenticato. A giugno di questo anno si è riparlato di nuovo in Regione di Leolandia, interpellanza per sapere, risposta esauriente per correttezza. Si farà, dice l'assessore competente, ce lo hanno promesso, appena finita la pandemia.

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