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di Daniele Bovi e Nicola Bossi Domenica, sulla rupe di Orvieto, è tempo di ballottaggio. A giocarsi la poltrona di sindaco Loriana Stella (centrosinistra) e Toni Concina (centrodestra). Sull’esito del primo round del 6 e 7 giugno ha pesato come un macigno il voto disgiunto e le divisioni all’interno del Pd che nei mesi scorsi, anche attraverso le primarie, hanno sconquassato il partito e creato frizioni all’interno della classe dirigente della città non facilmente sanabili. Il voto disgiunto del primo round è la rappresentazione plastica di quanto sopra. 6906 sono stati voti per la coalizione di centrosinistra, pari al 54,3 per cento che avrebbe significato una comoda vittoria; invece la prode Loriana se ne ritrova in cascina 339 in meno, ossia 6567. Tradotto: 339 "traditori" hanno votato uno dei candidati delle liste a sostegno della Stella votando al contempo per uno dei due candidati sindaci avversari. Risultato: dopo mezzo secolo sulla rupe rischiano di salire gli uomini del centrodestra. Di tutto questo Umbrialeft ha parlato con Loriana Stella. In vista di domenica e lunedì la sua lista ha fatto degli apparentamenti o dei semplici accordi, magari con quell'area del Pdci che al primo turno si è presentata in maniera autonoma? "No, nessun apparentamento con nessuna forza esterna alla coalizione che mi ha sostenuta al primo turno. Il Pdci ha ritenuto opportuno, pur in difformità con gli accordi regionali, candidare un proprio esponente e restare fuori dalla coalizione". Lei ha parlato di un taglio ai costi della macchina comunale: ci si deve aspettare una stagione segnata dal ritorno ad una politica senza sfarzi per Orvieto? "Io ho parlato di dati di fatto. La politica, se praticata con senso della realtà e onestà verso i cittadini deve amministrare stando con i piedi per terra. La situazione economica del nostro Comune, come quella di tanti comuni italiani, è pesante: la nuova amministrazione dovrà rimboccarsi le maniche ed ottimizzare ogni aspetto della macchina al fine di azzerare gli sprechi ed impostare una nuova gestione che rispetti i principi di economicità ed efficienza. Non si tratta semplicemente di 'tagliare', quanto di 'reimpostare' totalmente la logica di funzionamento burocratico ed amministrativo. Ha paura di qualche imboscata dopo le primarie e dopo il voto disgiunto che ha pesantemente segnato il primo turno? "Ormai non ho paura più di nulla. E’ stata una campagna elettorale difficilissima, aspra e spesso dominata da toni aspri. Il voto disgiunto è stata una realtà, probabilmente una risposta alle primarie, ma se dovessi tornare indietro ripercorrerei gli stessi passi fatti fino ad oggi: i cittadini hanno bisogno di un sindaco che sia innanzitutto coerente e che sappia prendersi la responsabilità delle scelte che attua. Alcuni non la pensano così e hanno votato in modo disgiunto, ma la maggior parte del mio partito e della coalizione che mi appoggia, quella parte se vogliamo 'più silenziosa', hanno apprezzato la mia presa di posizione e la mia voglia di rinnovamento all’interno del centro sinistra Orvietano". Come convincerà gli elettori ad andare a votare per il ballottaggio? "Orvieto ha bisogno di tutta la serietà, la responsabilità e il senso della realtà dei suoi cittadini: dobbiamo sostenere il centro sinistra per evitare che questa nostra realtà cada in un vortice di ingovernabilità amministrativa, di instabilità politica e di enorme incertezza sociale. Vediamo tutti i giorni come la politica del centro destra sta massacrando l’Italia, come centinaia di persone ogni giorno perdono il proprio lavoro nella indifferenza del governo, come le famiglie vivono nell’insicurezza per il futuro dei propri figli, come è aumentato enormemente il divario tra chi è ricco e chi è povero, come le certezze dovute ad uno Stato Sociale quale quello Italiano stanno man mano scomparendo e come sta prendendo piede progressivamente un senso di intolleranza verso l’altro. Il centro sinistra, tutto unito, è determinato a salvaguardare Orvieto dalla deriva populista e demagogica rappresentata dal centro destra di Berlusconi e di tutti coloro che si candidano sotto il suo 'blasone'". Condividi