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Dal Pdl, che lascia libertà di scelta ma è in gran parte per il sì, all'Idv che voterà no, alla Lega che ha dato indicazione ai propri militanti di non ritirare la scheda. Sono variegate le posizioni dei partiti sul referendum elettorale di domenica e lunedì. In particolare nei partiti maggiori, Pdl e Pd, convivono tutte le opzioni. Ecco, in breve, una mappa delle posizioni delle forze politiche sul voto. PDL - Il Popolo della Libertà non ha dato indicazioni di voto. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che pure andrà a votare sì, ha assicurato alla Lega che non ci saraàcampagna elettorale in favore del referendum. Anche il presidente della Camera Gianfranco Fini andrà a votare sì. Nei giorni scorsi il quotidiano online della sua fondazione 'Fare Futuro', ha pubblicato un editoriale nel quale indicava dieci buoni motivi per votare sì. Diversi esponenti del Pdl fanno parte del comitato promotore del referendum. Tra loro, i ministri Renato Brunetta e Stefania Prestigiacomo e i parlamentari Antonio Martino e Gaetano Quagliariello. Anche il coordinatore del partito e ministro della Difesa Ignazio La Russa andrà a votare sì, come il portavoce Daniele Capezzone. Il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto invece non andrà a votare. I Popolari Liberali di Carlo Giovanardi si asterranno. PD - In una riunione della direzione ha deciso di schierarsi per il sì con l'obiettivo che poi in Parlamento venga discussa una più ampia riforma del sistema di voto. Nella tornata di domenica e lunedì, in ogni caso, dà priorità ai ballottaggi. L'ala ulivista chiede invece un maggiore impegno perché il referendum passi. Nel partito ci sono anche i contrari. Tra questi, Francesco Rutelli e l'ex ministro delle Riforme Vannino Chiti. Alcuni parlamentari hanno tra l'altro presentato delle proposte di legge in Parlamento per il ritorno al 'Mattarellum'. LEGA - Contrarissima a un referendum dall'esito fortemente bipartitico, la Lega ha dato ai propri elettori, in particolare quelli che andranno a votare ai ballottaggi, indicazione di non ritirare le tre schede relative ai referendum. Il partito ha chiesto che nei seggi vengano messi dei cartelli per indicare l'opzione dell'astensione, mentre il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha sottolineato la necessità che i presidenti di seggio spieghino che c'è anche questa possibilità di scelta. IDV - Inizialmente favorevole al referendum, il partito di Antonio Di Pietro dallo scorso maggio si è schierato apertamente contro la legge che uscirebbe in caso di vittoria del sì. L'indicazione dell'Idv è di andare a votare ed esprimersi per il no. UDC - Il partito di Pier Ferdinando Casini si è da subito schierato per l'astensione con l'obiettivo di far mancare il quorum. La sua tesi è che l'attuale legge uscirebbe di fatto rafforzata da una vittoria del sì. RADICALI - Forza referendaria per eccellenza, i Radicali, contrari alla legge che emergerebbe se vincesse il sì, hanno formato un comitato per il 'no': andranno dunque a votare ma metteranno la crocetta sul 'no'. SINISTRA - Tutta la sinistra, dal Prc al Pdci a Sinistra e Libertà è schierata per l'astensione. DESTRA - Anche la Destra è per l'astensione e propone come modello alternativo a quello dell'attuale legge elettorale quello del 'sindaco d'Italia'. MPA - Stessa linea anche per il Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo che ha dato indicazione ai propri elettori di astenersi o, nel caso di concomitanza con i ballottaggi, di non ritirare le schede dei referendum. Condividi