ROMA - Altro che “Repubblica di banane”, la Terza italiana, nata, si diceva, per moralizzare un Paese caduto preda di avventurieri della politica, rischia di apparire più che altro una “Repubblica di puttane”, dove il sesso la fa da padrone e comanda su ogni altra cosa. Devono averla pensata così anche i Vescovi italiani, se il loro giornale, l’Avvenire, titola oggi "Deve rispondere all'opinione pubblica". Insomma il giornale dei vescovi chiede a Berlusconi parole chiare sulle vicende delle feste con ragazze a pagamento a Palazzo Grazioli. Lo fa con un editoriale firmato da Gianfranco Marcelli, in cui si parla senza mezzi termini di "un clima di smarrimento". "E' lecito domandarsi - si legge nell'articolo - se il presidente del Consiglio abbia finora scelto la linea di resistenza migliore e i difensori più appropriati al suo caso. Non è solo questione di stile sfoggiato (anche se lo stile in certe situazioni è purissima sostanza) da parte di avvocati bravi, a quanto pare, soprattutto a moltiplicare i motivi di imbarazzo. Il punto centrale è la necessità di arrivare il più presto possibile a un chiarimento sufficiente a sgomberare il terreno dagli interrogativi più pressanti". Berlusconi deve rispondere a interrogativi, prosegue l'editoriale, "che non vengono solo dagli avversari politici, ma anche da una parte di opinione pubblica non pregiudizialmente avversa al premier. E se anche non fosse possibile eliminare ogni ombra", perché alcune questioni sono in mano alla magistratura, "si pongano almeno i presupposti per evitare ulteriori stillicidi di chiacchiere e di tempeste mediatiche. Senza illudersi che l'efficenza dell'azione di governo possa far premio, sempre e comunque, sui comportamenti privati. Alla lunga tutto finisce per avere un prezzo. E il pericolo è che a pagarlo non sia solo il singolo debitore di turno, ma l'intero paese". Un Paese, aggiungiamo noi, dove ormai i giornali e le Tv del Cavaliere hanno imposto alla maggior parte delle famiglie italiane criteri comportamentali che non consentono loro di tracciare un preciso confine fra ciò che è lecito fare e ciò che non si deve fare qualora alla fine di ogni mercato ci sia la fama e la ricchezza. Una vecchia storiella ci rende bene l'idea dello scadimento morale che ha determinato nella nostra società un modo di pensare quanto meno imbarazzante: quella dei due amici che si rincontrano dopo anni ed anni di lontananza. Fatti i convenevoli di rito (baci abbracci e pacche sulle spalle), uno dei due chiede all'altro notizie sulla figlia e la risposta che riceve è entusiata. "Ha fatto una carriera strepitosa - afferma l'amico - lavora per un'agenzia di pubbliche relazioni ed il suo datore di lavoro è così contento che per non perderla gli ha regalato un appartamentino. Ma anche i clienti, tutte persone facoltose, le vogliono un gran bene: uno gli ha regalato un'auto, un'altro la pelliccia di visone, un'altro ancora un anello di diamanti ed ora c'è uno che parla di fargli interpretare un film. Insomma, noi siano felici del suo successo. Ma, a proposito, tua figlia cosa fa?" Chiede a sua volta. "Anche la nostra - risponde sconsolato l'altro - fa la puttana, ma noi non ne siamo contenti!". Condividi