di Alfonso Gianni 

LA GRANDE MANIFESTAZIONE DI IERI A FIRENZE PER LA GKN non ha solo il merito di risollevare gli animi. Il che di questi tempi non è poco. Ma ha sottolineato con l'evidenza di un composito, combattivo e consapevole corteo almeno 6 grandi temi.
Il primo è quello di riproporre la questione operaia (occupazione, salari, condizioni di lavoro), fin qui nascosta come polvere sotto il tappeto, al centro dell'attenzione.
Il secondo è che attorno alla difesa dell'occupazione si è stretto un mondo fatto di intellettuali, studenti, militanti della sinistra, organizzazioni sindacali, istituzioni locali, cittadini e naturalmente altre realtà operaie in lotta: insomma un nucleo di una nuova coalizione sociale.
Il terzo è che senza questo mondo una ripresa che volti pagina rispetto alle politiche neo o ordoliberiste è impossibile.
Il quarto è che non è vero che non ci si può opporre alle decisioni del capitale internazionale, che una riconversione produttiva è possibile sotto la direzione dei lavoratori e quindi con un assetto proprietario completamente diverso (come ci insegnano le ormai numerose esperienze di fabbriche autogestite), risolvendo alla radice ogni contrapposizione fra lavoro e ambiente.
Il quinto è che un'opposizione politica a questo governo capace di proporre una agenda e un programma alternativo è, oltre che necessaria, possibile a condizione che sia dialetticamente connessa con i movimenti sociali.
Il sesto è che la sinistra d'alternativa, oggi dispersa e frantumata, potrebbe da tutto ciò trarre una importante lezione per trovare la strada per la (ri)costruzione di un nuovo soggetto di sinistra nel nostro paese, dotato di pensiero politico, di capacità egemonica, di massa critica, di radicamento sociale, attraverso un processo costituente che vada ben al di là degli attuali confini della sinistra d'alternativa esistente.
L'elenco potrebbe essere più lungo e più preciso. Scusate se vi par poco.

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