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''In questa fase delicatissima per l'economia, non è possibile gestire le relazioni banca-impresa come se la crisi non esistesse. E' giunto il momento di rivedere profondamente gli assetti di questo rapporto'': Giorgio Mencaroni, presidente della Confcommercio della provincia di Perugia, denuncia, in una nota, ''la grave situazione di difficoltà'' in cui versano le imprese sul fronte dell'accesso al credito. ''Certo non pretendiamo che le banche regalino denaro - afferma Mencaroni - ma dovrebbero comprendere che la scomparsa dal mercato di tante aziende, che oggi si trovano in condizioni di rischio per insufficienza di credito, può provocare un pericoloso effetto boomerang anche per loro''. All'Osservatorio sul credito - è detto nella nota - Confcommercio ha presentato il risultato di una indagine effettuata da Umbria Confidi, la cooperativa di garanzia promossa dalla organizzazione, su un campione di imprese socie. Su 100 richieste di fido, evidenzia l'indagine, una percentuale altissima di pratiche, il 25-30%, non vengono istruite dalla banca; il 4% delle pratiche sono respinte dalla banca; nel 20% dei casi si verificano ritardi, anche molto pesanti, nei tempi di erogazione; il 2% delle pratiche sono rinunciate dalla imprese perché la banca impone condizioni troppo gravose; il 2-3% sono deliberate dalla banca, ma non erogate entro i sei mesi necessari e quindi scadute. ''E' evidente - commenta Mencaroni - che, tra disattenzioni e ritardi, le imprese trovano ostacoli di ogni tipo sul loro cammino''. Altri elementi favorevoli alla tesi Confcommercio - prosegue Mencaroni - vengono dai dati relativi all'attività complessiva di Umbria Confidi. Nel corso del 2008, la cooperativa ha deliberato, per 847 operazioni, finanziamenti per 56 milioni di euro, ma quelli erogati alle imprese sono stati inferiori del 17%. I dati umbri sono confermati da quelli nazionali, nell'indagine condotta recentemente da Confcommercio con Format Ricerche di Mercato. Diminuiscono sia la domanda di credito in generale da parte delle imprese (il 72,3% non ha richiesto alcun fido nel primo trimestre 2009) sia la percentuale di imprese che ha visto accogliere la propria richiesta di fido; sono sempre più numerose le imprese che si sono viste accogliere un ammontare inferiore a quello richiesto. ''Le aziende chiedono meno fidi solo perché non vengono concessi'', afferma il presidente di Confcommercio, che sottolinea un irrigidimento delle banche anche nei confronti delle famiglie consumatrici. Condividi