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Il risultato elettorale delle europee ci dice che dalla crisi economica e finanziaria il vecchio continente esce a destra. Paura dell’altro, chiusura delle frontiere, guerra tra poveri sono gli elementi che prevalgono e si trasformano in una bassa partecipazione alle urne, da un lato, e in un’affermazione netta delle destre, dall’altro, sia delle forze che aderiscono al Ppe, sia quelle dichiaratamente razziste e xenofobe. Le socialdemocrazie liberiste crollano, mentre le forze della sinistra europa riescono a tenere, ma non ad avanzare. In Italia vince il Popolo della libertà, che con il 35,3% è il primo partito, ma non riesce il tentativo di Berlusconi di trasformare le elezioni europee in un plebiscito a suo favore. Complessivamente le destre, con la lega oltre il 10%, confermano il risultato delle politiche del 2008. Chi perde decisamente rispetto al 2008 è il Partito democratico, che passa dal 33,2 al 26,1%. La sconfitta per il Pd è ancora più bruciante alle amministrative, visto che Pdl e Lega conquistano al primo turno la maggior parte dei comuni e delle province e costringono il centrosinistra al ballottaggio perfino in alcune roccaforti delle regioni rosse. Per la sinistra e per Rifondazione pesa il mancato superamento della soglia del 4%, ma la lista comunista e anticapitalista recupera parte dell’elettorato perso con l’esperienza della Sinistra arcobaleno e soffre la scissione dei vendoliani che hanno portato voti agli epigoni di Craxi, invece di dare forza alla sinistra. Comunque il voto del 6 e 7 giugno ci dice che è necessario dar vita ad un processo di riaggregazione della sinistra di alternativa, capace di esprimere un punto di vista autonomo dal Pd e di costruire una reale opposizione alle destre. La strategia dei democratici di fare a meno della sinistra di alternativa e di cercare voti tra i settori moderati dell’elettorato è fallita fragorosamente, con il sorpasso della Pdl e i tanti enti locali andati alle destre. L’onda lunga delle destre rischia di diventare lo spauracchio per le prossime regionali. Anche in Umbria lo scenario è decisamente cambiato, e la novità del Pdl primo partito alle europee ha una portata storica. Se il Pd perde tanti voti, la lista anticapitalista Prc-Pdci-Socialismo 2000 ottiene un buon risultato, diventando la terza forza regionale con il 6,3%. Il risultato per Rifondazione è positivo anche alle provinciali e alle comunali, dove il Pd tiene un po’ di più rispetto alla Pdl, ma complessivamente il centrosinistra è lontano dalle percentuali bulgare delle passate amministrative. Anche grazie a Rifondazione e alla lista unitaria Prc-Pdci, che sono state capaci di recuperare l’emorragia di voti subita lo scorso anno dalla Sinistra arcobaleno, si vince al primo turno nelle due province e nel capoluogo di Regione. Inoltre, dove i comunisti si presentano uniti e insieme alle altre realtà della sinistra di alternativa, risultano determinanti e ottengono forti consensi. Mentre la scelta dei vendoliani di presentarsi nelle liste di Sinistra e libertà ha portato voti solo alle ambizioni dei socialisti, che nelle giunte non si spenderanno certo per una prospettiva di sinistra o di riformatrice. Davvero un capolavoro politico dei nostri ex compagni, che ottengono un risultato ben lontano dall’obiettivo di dare forza alla sinistra. Dal 6.3%, la percentuale regionale più alta ottenuta dalla lista anticapitalista, Rifondazione comunista riparte impegnandosi in primo luogo per la vittoria del centrosinistra nei ballottaggi (e per lo schieramento alternativo di Sabatino Ranieri a Marsciano) e per far fallire i referendum sulla legge elettorale, che vorrebbero imporre al nostro Paese un bipartitismo coatto, nei fatti già bocciato dagli elettori il 6 e 7 giugno. Ma Rifondazione vuole proseguire anche nella costruzione di un polo della sinistra di alternativa, a partire dai soggetti che hanno sostenuto la lista anticapitalista, che esprima una linea politica e sociale autonoma rispetto al Pd e intende mettere in campo una forte mobilitazione che sappia rispondere agli effetti negativi che la crisi ha nei nostri territori, in modo da far crescere anche una opposizione forte, visibile e credibile al governo Berlusconi. Condividi