Umbria e Salute: i fatti di oggi che riguardano la sanità
09/09/2021 - 18:41
Gli interventi sulla sanità dell'Umbria
Thomas De Luca - L'assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, conosce a tal punto l'Umbria che riesce nella mirabile impresa di confondere Orvieto con Spoleto. Rispondendo agli attacchi di un candidato sindaco che lamentava il ridimensionamento dell'ospedale di Spoleto nel nuovo Piano sanitario regionale, l'assessore venuto dal Veneto risponde piccato che si tratta di "cose non vere" perchè "non esiste e non è neanche esistito in passato un solo atto che preveda la chiusura del nosocomio della città della Rupe". Non male assessore Coletto. Però su una cosa siamo d'accordo con lei. Che rispetto al ridimensionamento della sanità pubblica in Umbria grazie al malgoverno della Lega, in effetti confondere una città o l'altra non fa affatto la differenza. Ci si azzecca sempre e comunque.
Policlinico Peruigia - L’equipe orto-neuro-traumatologica dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia si consolida grazie all’esecuzione di un secondo, raro intervento, con tecnica mini invasiva. Si tratta di stabilizzazione spino-pelvica effettuata su un uomo di 60 anni vittima di politrauma da precipitazione, che aveva riportato una frattura al bacino e alla colonna vertebrale.
L'intervento è stato eseguito dall’equipe chirurgica multidisciplinare delle strutture complesse di Neurochirurgia, diretta dal dott. Corrado Castrioto e Ortopedia e Traumatologia, diretta dal prof. Auro Caraffa.
Una tecnica operatoria innovativa, mini invasiva, applicata ad una patologia traumatica rara, eseguita in pochi ospedali italiani (appena dieci interventi l’anno). Nell'Ospedale di Perugia è stata resa possibile dalle competenze interdisciplinari dei professionisti senza l’apporto di consulenze di specialisti esterni e segna un nuovo successo dell’equipe orto-neuro-traumatologica guidata dal dottor Lorenzo Maria Di Giacomo, ortopedico, e dal dottor Rodolfo Corinaldesi, neurochirurgo.
Con due interventi in pochi mesi l’Azienda Ospedaliera di Perugia si pone come centro di riferimento regionale per la traumatologia spino-pelvica.
FP CGIL - La lettera che la sindaca di Orvieto, Roberta Tardani, ha inviato alla presidente della Regione Umbria, nella quale esprime la sua preoccupazione per la situazione della sanità orvietana è per la Cgil un segnale allarmante. Da quasi due anni infatti la CGIL denuncia e segnala le difficoltà e le criticità della sanità del territorio orvietano, ad ogni nostro grido di allarme la sindaca, la sua maggioranza politica e i dirigenti della Usl Umbria 2 hanno sempre risposto che le nostre denunce erano false e che tutto andava per il meglio.
Adesso che la situazione è drammaticamente evidente a tutti, anche a quelli che finora hanno fatto finta di nulla, politici, dirigenti, amministratori, la sindaca scrive una lettera “aperta”, come se la partecipazione decisionale alle politiche sanitarie a livello regionale non sia una prerogativa dei Comuni stessi.
La lettera della Sindaca è un “mettere le mani avanti”, un tentativo di sfuggire alla responsabilità politica di non aver agito prima nell'interesse dell’intera comunità.
Scrive la sindaca che ha avuto una serie di confronti con il personale sanitario e con gli ordini professionali: se avesse avuto anche la lungimiranza di convocare le organizzazioni sindacali, in primis la Cgil, avrebbe potuto ricevere un contributo di idee e proposte proprio attraverso quel personale medico ed infermieristico di cui tanto si tessono le lodi, quando le stesse non costano nulla.
La prima domanda che la prima cittadina dovrebbe porsi, se veramente vuole difendere la sua comunità è la seguente: le carenze, le dimenticanze, la mancanza di concorsi pubblici sono solo frutto di insipienza e incapacità o forse dietro c’è una nascosta volontà di depotenziare il servizio pubblico per favorire la sanità privata?
Bori - “Verificare quello che sta accadendo sui farmaci salvavita che, a quanto risulta, sarebbero in esaurimento nelle scorte delle Asl dell’Umbria”. Così il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, “in merito a diverse segnalazioni ricevute su risorse, quanto mai fondamentale per tutti i cittadini dell’Umbria, soprattutto in emergenza sanitaria”.
“Sono diversi gli umbri – spiega Bori – che esprimono preoccupazione perché hanno appreso dalle farmacie e dai propri medici che farmaci di cui si avvalgono (insulina, anticoagulanti, ecc…) sono in esaurimento e che manchino nuovi ordini. Una questione che, se fosse vera, oltre ad essere molto grave, causerebbe oltre che un allarme sociale, un vero e proprio esodo da parte di tutti quei cittadini che ne fanno uso e che non avrebbero alternativa se non quella di andarle a cercare in altre regioni”.
“I farmaci salvavita – prosegue Bori – sono uno strumento che il sistema sanitario umbro, pubblico e universalistico, ha sempre messo a disposizione e un eventuale cambio di strategia sarebbe di una gravità inaudita. Per questo chiediamo all'assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, di chiarire sulla veridicità di quanto riferito e, nel caso, di specificarne motivi e anche soluzioni, quantomai urgenti”.
Sindacati per la Valnerina - "Io sono nata qui e qui vorrei anche morire, ma se dovessi stare male invece verrei scarrozzata in ambulanza a Foligno o a Perugia perché qui non c’è più un ospedale. Siamo stanchi, rivogliamo il nostro presidio sanitario, devono ridarcelo, la salute è un diritto costituzionale, anche se per noi questo diritto sembra non valere più”. Questa è una delle tante voci che si sono alzate stamattina a Norcia, nel piazzale antistante l’ospedale terremotato, dove Cgil, Cisl e Uil, insieme ai rispettivi sindacati pensionati, hanno chiamato a raccolta la cittadinanza per denunciare ancora una volta l’immensa ingiustizia subita dalle popolazioni terremotate della Valnerina che, a 5 anni dal sisma, sono ancora senza i propri ospedali, quello di Norcia e quello di Cascia, i cui servizi sono ridotti all’osso quando non del tutto assenti.
“Con questa manifestazione, molto partecipata, a dimostrazione della determinazione della popolazione di Norcia e di tutta la Valnerina, chiediamo alla Regione di spendere subito e bene le risorse per restituire una sanità degna di questo nome alle popolazioni colpite dal sisma del 2016 - hanno detto i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Filippo Ciavaglia, Bruno Mancinelli e Andrea Russo - Perché le risorse adesso ci sono e quindi le scuse stanno a zero. Le popolazioni della Valnerina, dopo tutto questo tempo, hanno diritto di tornare ad essere cittadini con pieni diritti e non intendono aspettare ancora altri anni. La pazienza è davvero finita".

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