I terremotati dell'Abruzzo si sentono "abbindolati e abbandonati da tutti", a dirlo è il sindaco dell'Aquila Massimo Cialemnte, ai microfoni di Rtl 102.5. "E' la prima volta che si affronta una calamità senza prevedere una tassa di scopo", sottolinea il sindaco nell'intervista, che verrà trasmessa integralmente domani mattina alle 8.50 nella trasmissione Non Stop News, ricordando: "Nel 1994, per l'alluvione di Alessandria, il governo Berlusconi mise una tassa, e si raccolsero 9 mila miliardi di vecchie lire". "Io credo - prosegue Cialente - che gli italiani capirebbero che la sfida di ricostruire non è solo degli aquilani e degli abruzzesi, ma del Paese intero. Se la strategia è quella di ricostruire le case momentanee (e dirci 'sono sicure, adesso state tranquilli') e poi farci aspettare 20 anni o addirittura non ricostruire, si dica chiaramente, ma si dica che l'Italia ha fatto questa scelta". Non rabbia - spiega Cialente - ma frustrazione, è quella degli aquilani, che vorrebbero iniziare a ricostruire, ma per farlo "c'è bisogno di soldi cassa che non ci sono". "Non proviamo rabbia, perche siamo gente per bene, ma siamo frustrati e ci sentiamo presi in giro. Dalle comunicazioni ufficiali, riportate anche dalla stampa, leggo dei vari interventi proposti, dei soldi che verranno stanziati, ma se mi si dice che le promesse di Berlusconi verranno mantenute - e io non lo metto in dubbio - perché non inserirle nel decreto, se c'è la copertura finanziaria?", si chiede il sindaco dell'Aquila, aggiungendo: "Devo essere io a chiedere di intervenire per ricostruire il centro storico, le scuole o le case popolari che sono state distrutte? Per cominciare i lavori avremmo bisogno di soldi cassa, che non ci sono, ed è questo il problema". Il sindaco, che si dice "amareggiato dalle polemiche politiche degli ultimi giorni", avverte: "I riflettori si sono spenti, dopo il G8 si spegneranno ancora di più: questo è un problema serio". "Grande solidarietà all'inizio, poi compresa la gravità della situazione, non vorrei che qualcuno ci dicesse: 'ma cosa vogliono questi qui'?", aggiunge Cialente, concludendo: "Capisco il momento economico: ma abbandonare questa gente e questa città, è un precedente drammatico, ed una mortificazione per il sistema Paese". Condividi