di Stefano Vinti 

Confindustria è l'ultimo interlocutore a poter rimproverare i tentennamenti dei sindacati nella lotta contro la pandemia. Che ai padroni la salute interessi meno che la produzione  è stato sempre evidente. Anche durante il lockdowon più duro, Confindustria impose che il 55% delle imprese rimanesse aperto. E tra quelle con più di 250 dipendenti, quelle più care all'associazione dei padroni, chiuse solo il 15% (dati Istat). Confindustria raccoglie oggi quello che ha seminato in un anno e mezzo: Chi raccontava che le fabbriche erano sicure, come quando in Val Seriana si abbatteva la peggior ondata pandemia d'Europa, e nessuno era vaccinato e i controlli praticamente erano inesistenti, oggi non ha nessuna credibilità per alzare la voce contro chi non vuole il green pass.
Anche se la posizione dei sindacati, a mio parere, è ampiamente da rivedere.

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