Ribadisce la propria innocenza ma anche la richiesta di potere rivedere i suoi due figli, Roberto Spaccino, il trentanovenne di Marsciano condannato all'ergastolo per avere ucciso la moglie Barbara Cicioni incinta all'ottavo mese. Lo fa con una lettera inviata all'ANSA dal carcere di Terni dove è detenuto. Spaccino tra l'altro afferma di provare ''tanto dolore e rabbia'' pensando che l'assassino della moglie e della figlia ''è ancora libero''.
L'ex camionista è stato condannato all'ergastolo dalla Corte d'assise di Perugia il 16 maggio scorso. Si è però sempre proclamato innocente e i suoi difensori hanno annunciato appello. Il delitto avvenne nella notte tra il 24 e il 25 maggio 2007, nella villetta di Compignano di Marsciano, dove abitava la coppia e pochi giorni dopo l'uomo fu arrestato. La Cicioni, 33 anni, venne uccisa nella sua camera da letto mentre nella stanza accanto dormivano i due figli di otto e quattro anni, ora affidati ad alcuni parenti. Secondo l'accusa, Spaccino uccise la moglie al termine dell'ennesima lite, dopo alcune percosse e soffocandola con un cuscino. Oltre che per l'omicidio è stato condannato per maltrattamenti nei confronti della moglie e per avere provocato l'interruzione della sua gravidanza.
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