Se non ci arrivo, allora ci tiro il cappello: il succo è questo a leggere la nota del PD regionale in vista delle prossime amministrative. Visto che lo spacchettamento della sinistra, vera e la la sinistra del PD, accade un po' ovunque, da Castello a d Amelia, da Bettona a Bevagna, il PD regionale ci vuole mettere una pezza: scegliamo candidati rappresentativi per vincere. 

Oddio è una richiesta condivisibile, saggia ma non sorprendente, visto che nella politica moderna si vince con la qualità, con le scelte ponderate e con la consapevolezza, perchè è finita l'epoca che avrebbe vinto il gatto del segretario a volerlo candidare. Per la sinistra ovvio, perche quelli vincenti del centro destra sembrano seguire la stessa strategia, cavalcando l'onda del dissenso che anima la regione. Basterebbe andare a fare l'analisi logica degli eletti nelle ultime due elezioni in giro per l'Umbria, per essere assaliti dal dubbio: ma questo chi è? Questo che faceva prima, ma facevano politica? Attivisti? Partecipavano, scrivevano, andavano a raccontare l'essenza politica da qualche parte? O sono orecchie, coda e zampe del gatto del segretario?

Ma torniamo alle proposte innovative del PD: per ricompattare la sinistra occorrono candidati rappresentativi, bravi, seri e preparati. Che siano del PD non è proprio indispensabile ma fondamentale. Ecco, rifacciamo tutti insieme la sinistra, torniamo uniti compagni, che ai candidati ci pensiamo noi, nel nome dell'unità, della coerenza e dell'ideale comune. E le altre forze della sinistra? Per le alte sfere del PD sono talmente bicchi che non sanno proporre un nome, un candidato, una storia. Lo fanno, eccome se lo fanno poi però interviene subito il fratellino maggiore che dice: sì, però, ma non è rappresentativo? Non voglio fare pattiogliamo ricordare come andarono le cose a Perugia per scegliere il candidato più rappresentativo? Romizi gli ha fatto cappotto! Ma il passato, come dice il pomodoro, è triste da vedere.

Il PD dovrebbe ascoltare più che proporre, in fondo il nuovo Segretario regioanale aveva promesso più ascolto per tutti, più concertazione, più aperture. Citofonare a Presciutti, De Rebotti o fare la questua di commenti e giudizi tra il Lago Trasimeno e Magione. Vogliamo parlare di quello che accade a Bettona? Amelia? Città di Castello. Chi sceglie i nomi invocando l'inità della sinistra e candidatri di qualità? Ovviamente il PD, alla faccia dell'unità di intenti, concertazione e uomini e donne rappresentativi.

Mi sembra che l'unica città al voto dove l'unità c'è sia Assisi, ma lì c'è la sindaca "bersagliera" (mi perdonerà la signora Proietti che conosco e stimo) che ha le spalle quadrate, le idee concrete e non concede il fianco facilmente agli amici del PD.
Se il segretario generale vuole l'unità della sinistra abbia il coraggio di ragionare del concreto, se invece è presentarsi al tavolo con i nomi decisi e strappare l'appoggio del resto degli amici, temo che la corsa non sia lunga e tantomeno fruttuosa. Abbia il coraggio di ascoltare e scegliere, di comprendere come il territorio suggerisce e si impegni a non voler imporre per impattare partite che sulla carta sono belle e perse. 

La sinistra che non è il PD ha un pregio: non guarda le poltrone, il numero e la loro comodità, ha imparato a scegliere e si impegna per stare dalla parte del cittadino, per fare politica per cambiare il volto di una cittadina. Se deve essere spartirsi posti e concessioni, dicono quelli della sinistra che non è il PD, che possono fare anche da soli. Meglio perdere da soli, che sconfitti in pessima compagnia.

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