Dall’anticipazione del Rapporto Svimez di quest’anno emerge ancora una volta la fotografia di un divario tra Nord e Sud del paese che si allarga sempre di più.
Se alla fine del 2022 il Nord avrà sostanzialmente recuperato la perdita di pil provocata dalla pandemia, il Sud sarà ancora indietro dell’1,7% rispetto al dato pre-crisi, che era già di per sé preoccupante.
Non si tratta tuttavia di stare soltanto alle previsioni. Allarma che la Svimez
sottolinei ancora una volta con forza che Pnrr così come è stato strutturato dal governo non sarà sufficiente a colmare il ritardo delle regioni meridionali.
Questo perché tra l’altro manca una ricognizione puntuale della necessità di allocazione degli investimenti aggiuntivi per conseguire l’obiettivo di una maggiore coesione territoriale del paese.
Ancora, manca una strumentazione in grado di rendere cogente il vincolo del 40% di spesa media per le regioni meridionali.
Infine colpisce negativamente l’elevata frammentazione e conflittualità
delle progettazioni delle amministrazioni regionali, al punto da far paventare una forte conflittualità tra le regioni e tra queste e il governo.
Tutti elementi che rendono la prospettiva dell’impatto del Pnrr sul Sud assai meno rilevante di come lo presenta la Ministra Carfagna, le cui affermazioni vengono completamente destituite di fondamento delle conclusioni della Svimez.
La ministra non ce ne vorrà se riteniamo queste ultime molto più credibili dei suoi comunicati stampa. Per questo riteniamo
sia necessario rivedere l’impostazione complessiva del piano allo scopo di rendere effettivo il recupero del divario Nord-Sud. Obiettivo, quello dei gap territoriali, che ricordiamo essere centrale nel Next Generation EU.
 

Così in una nota diffusa da Sinistra Italiana

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