Gli operai lo sussurrano appena, i sindacati di categoria, non tutti ma alcuni, fanno spallucce, come per dire che di concreto non c'è nulla. Eppure l'idea da parte dei tedeschi di vendersi le Accieierie di Terni è più che mai peregrina o fuori luogo.
Vendere, adesso che il prezzo dell'acciaio raggiunge livelli impossibili? Il prezzo dell'acciaio aumenta di mese in mese e se ne trova sempre di meno, un trend normale per tutte le materie prime, compreso il legno. Vendere, adesso è cosa buona e giusta?
Per capire bene cosa stia accadendo a Terni, nel silenzio di venditori e compratori, oltre che della politica nazionale e regionale, occorre andare a spulciare il web e ritrovare quelle notizioline che sembrano messe li per caso e che oggi, pesano come macigni. 
20 maggio 2020, uscivamo dalla pandemia con fabbriche chiuse e con la produzione praticamente bloccata in tutto il mondo: Thyssenkrupp "sta cercando una partnership o una vendita" per l'Ast di Terni. Lo comunica il gruppo tedesco in una nota sull'aggiornamento della propria strategia industriale in cui sottolinea di aver "ripetutatmente enfatizzato i benefici di un consolidamento dell'industria dell'acciaio. La necessità", osserva il comunicato, "è stata soltanto aumentata dalla crisi determinata dal coronavirus che provochera' un aumento strutturale dell'esistente sovracacapacità in Europa". 
Quindi è dallo scorso anno che le Acciaierie ternane sono sul mercato per la vendita, il compagno di viaggio nel mondo dell'economia non esiste: io compro e comando, tu vendi e incassi, punto.
E poi piano piano inseguendo le notizie, spuntano i compratori, qualcuno silenzioso, qualcuno che si palesa come accade per Marcegaglia. “Siamo interessati all’Ast. Lo avevamo già detto e lo confermiamo oggi”. Antonio Marcegaglia, ancora una volta, ha spiazzato i competitor in corsa per l’acquisto dell’Ast. A giugno il presidente e ad del gruppo lombardo e la sorella Emma erano stati i primi a farsi avanti presentandosi a Terni e incontrando il sindaco Leonardo Latini e il presidente di Confindustria Umbria, Antonio Alunni. Quindi qualcuno che incontra i vertici di AST e i vertici degli enti locali c'è... e se sono rose fioriranno. Ma non è solo Marcegaglia che ha voglia di acciaio, triangolazioni con il nord europa, oriente, gruppi dell'acciaio già presenti in Italia, con stanno certo a vedere ed ecco allora che a raccontarlo sono proprio gli operai che notano le delegazioni che vengono a vedere il soggetto in vendita, Via che non è difficile notarli in giacca e cravatta, con gli abiti scuri in fresco lana, staccano come il giorno e la notte con il colore e il tessuto delle tute dei metalmeccanici. Ma AST verrà venduta intera o spacchettata? 
Un vecchio sindacalista anni fa mi diceva (eravamo in piena Outokumpu) che la teoria alla fine sarà quella del macellaio e non del mattatoio che prepara mezzene di suino. Un maiale intero vale meno di due metà e due metà valgono molto meno di un maiale fatto a pezzi, lombi, costato, coscio, spalla. Il prezzo della bestia intera? Ecco qui andremmo sulle leggende metropolitane, un miliardo, un miliardo e 300 milioni... ma qualche sindacalista dice che vendere sei pezzi a 400 mila euro rende molto di più.
Vende? Non vende? Compra? Non compra? A Palazzo Donini hanno saputo qualcosa? E a Palazzo Spada? Qualcuno ha detto qualcosa o vogliamo pensare che siano solo illazioni dei maledetti giornalisti imbeccati dai soliti sindacalisti?
Solo visite in questa torrida estate nella torrida Conca ternana?  A Perugia direbbero: gimo e 'nimo, senza impegno, giusto per vedere se c'è qualcosa da comperare. Sembra di rivedere la vecchia pubblicità della Lavazza con l'avvocato del Signor Ping che aveva i soldi per comprare... cosa non si sapeva bene ma aveva la cimbun-grana e con qualcosa doveva pur andar via!
Torniamo seri, anzi serissimi, perche il silenzio delle istituzioni e della politica è imbarazzante. Il PD,  quello regionale e provinciale, si augura che la vendita porti benefici all'intera area ternana: "che la vendita del sito umbro rappresenti un momento di rilancio e non il rischio di un indebolimento che minerebbe alla base un intero settore industriale". Come augurare a un malato terminale di rimettersi in sesto per giocare la finale di coppa, che è alle porte. Avete mai visto che ,nel mondo della grande siderurgia, la vendita/acquisto abbia portato a un roseo sviluppo con l'assunzione di centinaia e centinaia di metalmeccanici? La Lega parla attraverso i suoi deputati ternani e racconta preoccupazione, molta. In ultimo la FIOM che ricorda come nessuno dice nulla e nessuno informa di nulla: tutto sarà deciso dal Governo dei Migliori, gli altri zitti e buoni, se potete!

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