“La garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, Maria Rita Castellani, a fronte di un crescente disagio dei bambini e dei ragazzi umbri - dovuto in larga parte dal lungo periodo di privazione di relazioni sociali a causa della pandemia - pare svegliarsi da un lungo torpore, ma solo per entrare in maniera inappropriata, strumentale e delirante nel dibattito relativo al DDL Zan. Dando chiaramente l’idea di non conoscere il testo, o comunque di volerlo piegare alle sue convinzioni che in alcuni passaggi appaiono dogmatiche”. Così in una nota Barbara Mischianti, segretaria regionale della Cgil Umbria.
“Ricordiamo – prosegue Mischianti - senza voler entrare nel merito del disegno di legge, che il termine 'garante' ha un significato e che quel ruolo andrebbe esercitato in maniera equilibrata e laica, per poter garantire, appunto, anche di chi la pensa diversamente. Quali tutele possono trovare un ragazzo o una ragazza in una garante che rilascia dichiarazioni di questo tipo? Quali tutele può immaginare la garante per i ragazzi e le ragazze oggetto di discriminazione, bullismo e violenza?”, chiede la sindacalista.
“Richiamiamo dunque la garante all’esercizio del suo ruolo in maniera più seria ed equilibrata, cercando magari di prestare più attenzione alle giovani generazioni, a prescindere dalle sue posizioni sull'orientamento sessuale delle persone”, conclude Mischianti.

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