di Giuseppe Mattioli

Giuseppe Conte, in una conferenza stampa durata cinquantacinque minuti, ha presentato ampiamente il suo piano futuro per il rinnovamento delle cinque stelle.
In pratica: nuovo statuto, nuovi organi dirigenti, mandato senza vincoli e approvazione, tramite votazione, degli iscritti.
Il progetto si basa sul fatto che ormai lo stimolo propulsivo impresso- cosi l’ha chiamato- del movimento fondato da Casaleggio e Grillo è venuto meno.
I segni sono evidenti.
Dopo la fase delle non alleanze, c’è stato il governo con la Lega, quindi con il PD, oggi sorreggendo Draghi siamo al tutti dentro: la sinistra di Leu, Articolo 1, PD, Forza Italia e Lega, fuori Fratelli d’Italia e un pezzo di Sinistra Italiana.
Inoltre sono usciti o espulsi tra senatori e deputati circa 150 persone.
È evidente che oggi siamo una fase politica completamente nuova che porta a compimento il decennio precedente.
La crisi economica preesistente alla pandemia che oggi riesplode di nuovo, la gestione del recovery plan, le riforme che ci chiede l’Europa a garanzia dei soldi, e l’impoverimento di parte della popolazione impongono riflessioni diverse e diverse soluzioni.
I giornali di destra, in queste giorni si sono scatenati contro Conte a difesa di Grillo, e hanno usato parole gravi: Grillo umiliato, sfrattato dal movimento, derubato della sua creatura, Conte vuole i pieni poteri.
Come mai quest’atteggiamento della destra che non ha mai amato Grillo e che ora si erge a sua difesa?
La soluzione è abbastanza facile. Il movimento è attraversato da discordie, correnti interne alternative, minacciate uscite o scissioni: un movimento in disfacimento con i sondaggi che lo accreditano la metà di quello che è oggi in parlamento, attorno al 16%.
Intanto la destra tenta la carta dell’unificazione ed è arrivata, sempre nei sondaggi, quasi al 50 % delle preferenze elettorali.
Quale situazione migliore, quindi, di avere una persona come Grillo a capo delle cinque stelle, che sta lontana dal Parlamento e dai palazzi del potere, che oggi è in difficoltà, che perde pezzi, e non raccoglie più gli umori profondi della gente? Più facile mantenere il governo Draghi verso destra, ancor più facile trattare, fra qualche mese, per la presidenza della repubblica.
Conte invece rappresentava un nuovo sogno, una svolta nella politica affarista e regressiva di questo periodo, inoltre poteva dare nuovo impulso per il futuro alla coalizione di centro sinistra che vada da Sinistra Italiana, Artico1, Liste verdi e civiche, Partito democratico e 5 stelle, la sola in grado di battere alle prossime elezioni la destra sovranista, populista e reazionaria, altrimenti vincerebbe sicuramente. Anche a partire dalle prossime elezioni amministrative che coinvolgono le maggiori città italiane.
La risposta di Grillo è stata assolutamente negativa, una rottura insanabile con Conte.
Mentre la Destra festeggia, il governo fa a pezzi ogni decisione del governo precedente: dopo lo sblocco dei licenziamenti ora tocca al cashback, poi è sotto tiro la quota cento sulle pensioni, il ripristino della prescrizione per i potenti, e il reddito di cittadinanza.
Ma Grillo,” l’Elevato” ripropone sulla piattaforma Rousseau di Casaleggio il già disastroso Direttivo che non ha mai funzionato.
Voglio sperare che Conte non si arrenda. Ci sono spazi parlamentari ed elettorali per un suo nuovo partito anche perché la deriva delle cinque stelle sarà inevitabile.

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