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MILANO - La procura di Milano ha disposto accertamenti da parte degli agenti della Digos sulle cosiddette ronde nere, il gruppo che vorrebbe collaborare con le forze dell'ordine in tema di sicurezza e che è stato presentato ieri a Milano. Gli accertamenti, a quanto si è saputo, sono stati disposti dal procuratore aggiunto Armando Spataro, capo del pool antiterrorismo, d'intesa con il procuratore Manlio Minale. Allo stato non ci sono indagati e non vi è una ipotesi di reato che, comunque, potrebbe essere quella di una violazione delle legge Scelba che punisce la ricostituzione e l'apologia del fascismo. Le divise delle ronde nere, infatti, richiamano simboli di età fascista. Gli agenti della Digos analizzeranno filmati, notizie di stampa, sulla scorta delle quali è stato aperto un fascicolo, e redigeranno un rapporto da consegnare nei prossimi giorni alla Procura. Allora, a quanto si è saputo, sarà formulata una precisa ipotesi di reato. Il fondatore delle cosidette ronde nere, Gaetano Saya, era rimasto coinvolto in un'inchiesta della Procura di Genova su una sorta di polizia parallela, chiamata DSSA (Dipartimento studi strategici antiterrorismo). Si definiscono un'associazione apolitica e apartitica, a cui tutti i cittadini, di destra o di sinistra che siano, possono accedere e dicono di essere già oltre 2.100 in tutta Italia. Indosseranno una divisa composta da una camicia grigia o kaki, pantaloni grigi oppure neri con striscia gialla, basco con aquila imperiale romana e una fascia nera al braccio con impressa la 'ruota solare', simbolo del nascente Partito nazionalista italiano che sarà guidato da Gaetano Saya, rinviato a giudizio nel 2004 a Milano per un sito con idee fondate "sull'odio razziale" e coinvolto nel 2005 in una inchiesta sulla Dssa, una struttura che, secondo Digos e Procura di Genova, cercava di accreditarsi come un servizio segreto parallelo. Si tratta dei volontari della Guardia nazionale italiana, pronti a pattugliare le strade 24 ore su 24, muniti di torcia e cellulare, e pronti ad affiancare le ronde padane, non appena sarà in vigore il Disegno di legge sulla sicurezza. Le cosiddette 'ronde nere' sono state presentate questa mattina a Milano, durante un convegno nazionale dell'Msi (Movimento sociale italiano), ma prendono le distanze dalla politica sottolineando di guardare solo alla sicurezza dei cittadini: "La nostra funzione sarà esclusivamente di segnalazione, per comunicare qualsiasi problema alle forze dell'ordine - spiega Giuseppe Giganti, coordinatore nazionale delle Guardie -. Costituiamo una Onlus, inquadrata come Protezione civile". Dei volontari finora raccolti, circa il 30% sono ex appartenenti alle Forze dell'ordine, dislocati in tutto lo Stivale, dalla Lombardia alla Sicilia, con un'ottantina di iscritti fra Milano e Provincia. La loro nascita ha immediatamente scatenato le reazioni dell'opposizione. L'ex viceministro dell'Interno Marco Minniti parla di uno "sconcertante delirio", e aggiunge che "l'idea che il controllo del territorio possa essere affidata ad associazioni, milizie che si identificano con un colore politico, è un colpo al cuore e ai principi di ogni democrazia liberale". La speranza del deputato del Pd Emanuele Fiano, membro del Copasir ed ex presidente della Comunità ebraica di Milano, è che "la magistratura indaghi sulla natura di questa organizzazione per verificarne la sua costituzionalità e per evitare che l'Italia diventi il teatrino triste e pericoloso dei nostalgici di un tempo passato". Come per Fiano, anche secondo il capogruppo alla Camera dell'Idv, Massimo Donadi, queste ronde sono una conseguenza del ddl sulla sicurezza ed è per questo che "il governo - spiega - deve fare marcia indietro". L'intenzione però non c'é. Anzi, il sottosegretario all'Interno Mario Mantovano assicura che proprio grazie al ddl sicurezza queste ronde nere saranno impossibili perché il decreto attuativo "indicherà che le associazioni di volontari, non armati, non potranno essere espressione né di forze politiche, né di organizzazioni sindacali, né di tifoserie organizzate" in più le associazioni saranno iscritte in un registro tenuto dal prefetti e non potranno farvi parte persone con precedenti penali "significativi". Condividi