PERUGIA - "Ho passato tanto tempo, ore e ore, a dire agli inquirenti che Amanda mentiva ma hanno dovuto impiegare piu' di mezzo anno per credermi. Oggi lei si mette contro di loro e mente anche questa volta". Questo il commento di Patrick Lumumba, finito in carcere a causa delle accuse di Amanda Knox e poi tornato in liberta' e completamente scagionato, al termine dell'esame in aula di oggi della studentessa americana.
"Ci vuole giustizia - ha proseguito Patrick - perche' non si deve giocare cosi'. Io credo a tutti quelli che sono venuti in tribunale, agli inquirenti e alla scientifica, e non si puo' mettere tutto in dubbio perche' una vuole continuare a fare l'attrice".
"Mi sembra ampiamente provata la calunnia che Amanda ha posto in essere nei confronti di Patrick - ha detto il legale di Lumumba, l'avvocato Carlo Pacelli - ci sono dati, elementi e fatti che soltanto chi si trovava in via della Pergola poteva conoscere. Delle urla di Meredith, per esempio, la polizia e' venuta a conoscenza solo dopo molto tempo rispetto a quando l'omicidio e' avvenuto. Come faceva Amanda a sapere che la povera Meredith prima di essere uccisa aveva urlato? E' uno dei tanti elementi che solo chi era in via della Pergola poteva conoscere".
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