Di Ciuenlai - Sarà una tornata elettorale complicata per tutti quella delle amministrative di autunno. La partita si giocherà tra il sogno della destra umbra di abbattere l’ultimo caposaldo del Pd (Città di Castello) e il desiderio di quello che resta del Pd di interrompere la sequenza delle sconfitte tenendo i comuni amministrati e riconquistare quelli perduti a cominciare da Spoleto. dove gli avversari sembrano aver fatto “Harakiri”.  Vediamo quindi qual è la situazione nei principali municipi nei quali si voterà nella nostra regione  :

CITTA’ DI CASTELLO – COMANDA BACCHETTA -  E’ la sfida delle sfide. E’ l’unico Comune sopra i 30 mila abitanti in cui i Democratici ancora governano (anche se il Sindaco è socialista). La destra va all’assalto di questa specie di “Giarabub”. Non sembra avere l’uomo giusto per lo sfondamento ma, come al solito, dall’altra parte ci si sta facendo del male e di brutto. Quindi potrebbe ripetersi lo scenario di sempre. Non è il centrodestra a vincere , ma il Pd a perdere.Il candidato preferito dagli storici “capibastoncini” democratici e dei resti della cosiddetta sinistra (Fernanda Cecchini, Orsini, Nocchi, Neri, Villa ecc. ecc.) è Salvato, che però non è apprezzato da tutti. I suoi detrattori lo definiscono “un uomo per chiacchierate da bar” inadatto a fare il Sindaco.  L’alternativa è l’attuale assessore Secondi, un tempo fedelissimo di Guasticchi, di origini cattolico - moderate . Ma su tutto aleggia il fantasma del sindaco uscente Bacchetta. Al momento i bookmakers della politica tifernate lo danno con Secondi. Anzi sarebbe pronto a costruire una lista (c’è chi dice due) di appoggio al suo assessore qualora decidesse di scendere in campo, nell’ipotesi che il Pd faccia una scelta diversa. Ma il personaggio sa muoversi come uno squalo nel suo ambiente naturale. La prima mossa ha già spiazzato quelli del Pd. Ha messo insieme il resto della coalizione per chiedere una sola cosa : le primarie. Se si sceglie questa forma, vuol dire che il Pd si è rassegnato ad appoggiare il candidato di Bacchetta. Difficile che il suo uomo sia Secondi perché, al momento, troppo divisivo. Tutti sospettano che lui, il “deus ex machina” della politica “Castellana” avrebbe un asso, un nome nascosto dentro la sua manica . Qualcuno azzarda che sia assessore allo sport Massimo Massetti che, in maniera più contenuta, è accreditato delle stesse caratteristiche e di una discreta popolarità. L’uomo dei “Commissari del Popolo” Salvato, sembra che avendo sentito alzarsi la puzza di primarie si starebbe attrezzando per poter competere con il “Bacchetta Man”. Non potendo contare sul Pd che è una sigla spenta , senza iscritti e militanti e con le sedi praticamente chiuse, avrebbe pensato di rivolgersi al presunto “nemico”. Secondo la  radio scarpa dei suoi avversari, avrebbe cominciato ad intavolare rapporti con l’On. Marchetti della Lega. Lo scopo sarebbe doppio.  Ottenere un sostegno alle primarie, confidando sul fatto che la destra riterrebbe lui il candidato più battibile e innescare quello che in gergo chiamano il sistema del perdere vincendo (cioè chi arriva primo divide un po' di potere con il presunto sconfitto, che deve però garantire un qualche aiuto in caso di ballottaggio con altri candidati). Per ultimo nell’ex Centrosinistra, per non farsi manacare proprio niente,  ci potrebbe essere una mina vagante. Parliamo dei Bocciani, che , secondo alcuni osservatori, avrebbero scelto di tenere un profilo autonomo, presentando candidati sindaci, in tutti i comuni in cui si vota, appoggiati da liste formate da ex popolari, fuoriusciti da Forza Italia e qualche realtà “Civica”. Sono in molti però a ritenere improbabile una soluzione del genere a Città di Castello. Ciliberti e soci non avrebbero la forza e gli appoggi necessari a sostenere una simile avventura. Più probabile che contrattino con il miglior offerente. Comunque siamo in una situazione di mal comune mezzo gaudio.  Anche la destra ha problemi simili, si divide sul nome di Lignani Marchesini e non ha ancora trovato un candidato. Insomma i vecchi dominatori dello scenario e del bipolarismo varrebbero oggi meno della somma di due debolezze. Dipenderà molto dalle divisioni. Chi non saprà ricucirle, avrà vita difficile e non è escluso che oltre agli attuali pretendenti , spuntino “civici” in grado di mettere tutti d’accordo.  Perché Città di Castello è il luogo del mistero, delle sorprese e delle anticipazioni politiche. E’ l’unico luogo dell’Umbria dove si è rotta la storica alleanza Pci – Psi e dove è nata la prima e unica Giunta Pci – Dc (Sindaco Pannacci), è il luogo dove si è assistito al primo duello tra due candidati della sinistra (Orsini e Verini) e il luogo dove ha dominato, negli ultimi 10 anni, un sindaco socialista , un fatto che qualcuno considera una rivincita sull’ostracismo del Pci di qualche decennio prima contro i “Craxini” del posto. Infine , come avete notato da tutta questa articolata descrizione manca un nome di prestigio della politica tifernate. No, non è Valter Verini. Lui ha scelto da tempo di tenere un “profilo basso” nella sua città. La domanda è ; Dov’è finita Anna Ascani? “E’ nel girone degli impotenti e degli emarginati per mancanza di truppe” dice malignamente un suo detrattore del PD locale. Non abbiamo elementi per confermarlo ma è un fatto acclarato che, arrivato Letta, la signora “eletta a Gualdo Cattaneo” appare come un personaggio messo “dietro la lavagna” (non si vede più in Tv ed è stata retrocessa da Viceministro a Sottosegretario in un Ministero targato Lega) . E sarebbe questa sua debolezza in patria a consigliarla di stare lontano dalle dispute tifernati. Se vincono ci sarà anche lei sul palco dei festeggiamenti, se perdono potrà sempre dire che lei non c’era e declinare ogni responsabilità. Un pronostico? Rivince Bacchetta e riperde il PD.

SPOLETO – LA VARIANTE DEL TERZO UOMO -   Qui, dopo  anni di arrosti del centrodestra, sembra quasi scontato che l’amministrazione passi di mano. Ma; si anche qui per il Pd c’è un ma. Cosa faranno i seguaci di Bocci (che non sono pochi) che non si sono riscritti al partito e che starebbero preparando (dicono non solo a Spoleto ma in tutti i comuni in cui si vota) liste e, in alcuni casi, anche candidati alternativi alle due maggiori coalizioni ? E’ un caso che  Martellini, il braccio destro dell’ex Sottosegretario, abbia creato un'associazione sportiva trasversale? Sembra di no . Non si spiegherebbe se no.il fitto lavoro di preparazione di liste civiche alimentate da quest’area e dai transfughi  espulsi da Forza Italia e dalla Lega, che alla fine, potrebbero convergere in un “rassemblement” alternativo a Pd e destra.. Una mina vagante per tutti. Per il Pd, ma anche per il centrodestra che, dopo il recente terremoto,  ha ancora in seno le sue belle divisioni. Sembra comunque certo che ci saranno diversi i candidati a Sindaco. Ex centrosinistra favorito e avanti nel lavoro (I Democratici avrebbero già lo schema di coalizione a 5 liste), ma deve vincere al primo turno, perché al secondo Civici e sconfitti potrebbero fare casa comune sotto la bandiera del “quelli di adesso male, ma quelli di prima peggio”, che oggi permette in Umbria di far vincere la destra.

ASSISI – DUE DESTRE A CONFRONTO  -  La coalizione  di cui fa parte il Pd non ha problemi di candidature. Ripresenterà l’attuale sindaca. C’è qualche mugugno che sarebbe identificato nell’’attuale Assessore all'urbanistica Capitanucci , ma è difficile che sfoci in dissenso a cielo aperto. Il centrodestra, stavolta marcia compatto. Alle ultime elezioni ha portato a casa il 65% dei voti. Ma questo non basta, Ha un avversario, La Proietti, che pascola nello stesso campo e un candidato , Cosimetti, che non sembra convincere molto.  Secondo alcune autorevoli fonti, l’attuale “Sindaca” quel prato di destra lo sta pascolando “molto bene”. La coalizione è dominata dalla sua lista civica. Il Pd, è un covo di liti e praticamente inesistente nel territorio. Metterlo in un angolo è stato un gioco da ragazzi. La sinistra , nonostante gli sforzi di Luigino Ciotti, è possibile che non sia in grado di presentare una sua lista di appoggio, anche perché una parte autorevole ha iniziato a lavorare per ricostruire, in forma civica, una ipotesi alternativa, che potrebbe essere pronta tra 5 anni. Quindi non c’è il pericolo e nemmeno la sensazione per l’elettorato moderato di aiutare “i rossi”, semplicemente perché non ci sono, anzi non ci sono manco i rosati. Proietti favorita dunque. Gli osservatori “Francescani” la danno addirittura vincente al primo turno. Io ho qualche dubbio, ma non vivo ad Assisi.

AMELIA – BELLINI O PRIMARIE? Il Pd Ternano è chiamato a rompere l’accerchiamento affiancando a Narni un altro dei principali 4 comuni della Provincia (Terni e Orvieto sono già  in mano alla destra). Si vocifera di una nuova candidatura dell’attuale segretario provinciale, fresco di nomina, Bellini. Ma la cosa in questo luogo, che ha avuto l’onore di avere Luciano Lama come Primo Cittadino, non piace. Il segretario comunale PD di Amélia ha stoppato tutto e  chiede le primarie. Per Bellini sarebbero un rischio mortale. Se perde è una sconfessione che farebbe vacillare la sua autorevolezza come dirigente territoriale. Non è un caso che l’esponente faccia sapere in giro di non essere interessato a partecipare alla disputa per dirigere una città dove ha già fatto il sindaco per ben 10 anni. Ma più crescono i malumori e le ambizioni dei singoli e più sarà difficile ribaltare il pronostico che vede l’attuale giunta nettamente favorita.

ELEZIONI O MERCATO DELLE CANDIDATURE? - Come si vede stiamo parlando più di un mercato che di elezioni. In nessuno di questi comuni c’è traccia di progetti e programmi. Ci sono solo persone che competono per fare il sindaco. Tutto il resto è noia, avrebbe sussurrato un noto cantautore.  La tornata è comunque fondamentale per gli equilibri politici regionali. Un (improbabile) cappotto della destra in questi 4 municipi comporterebbe un indebolimento e forse anche la fine della nuova leadership democratica. Il mantenimento di Castello ed Assisi e la riconquista di Spoleto sarebbero invece il segnale di una prima  inversione di tendenza e che la luna di miele degli umbri con i nuovi “padroni” della Lega, sarebbe finita.  Il Pd ne ha bisogno come il pane, ma “l’andamento lento” delle cose a livello nazionale non l’aiuta.

 

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