di Simone Fana.

Ricordo ancora quando si parlava di Draghi Shumpeteriano, che con la sua iniziativa politica avrebbe modificato gli equilibri del capitalismo italiano, modernizzandolo. Viene da ridere e da piangere.
Perché questa azione di modernizzazione era l'ennesimo frutto perverso di una stampa fantasiosa, che vendeva fumo.
La modernizzazione di Draghi consiste nel spingere al ribasso le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici, agendo sulla liberalizzazione dei subappalti, sostenendo con domanda pubblica le imprese e scaricando i rischi su chi lavora.
Ancora una volta la realtà dei celebrati tecnici è quella di riprodurre in peggio le debolezze strutturali del capitalismo italiano, garantendo alla principale forza di governo (vedi Lega) il sostegno alla sua base sociale.
Restano tutti i nodi aperti: bassa accumulazione di capitale, frammentazione produttiva, dipendenza tecnologica, diffusione di un capitalismo fatto di terzisti che vivono di commesse pubbliche.
Dove bassi salari e sostegno pubblico disincentivano investimenti e salto tecnologico.
Con buona pace del Draghi Shumpeteriano.
Più che Shumpeteriano Draghi è Giorgettiano.
 

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