Manifestazioni in Colombia: 47 morti, 548 desaparecidos
Secondo il bollettino dell'Ufficio del Difensore Civico, ad oggi si contano tra i manifestanti repressi dal governo di destra filostatunitense di Duque, 47 morti, 548 desaparecidos (scomparsi), 28 vittime di lesioni agli occhi da colpi di lacrimogeni o pallottole di gomma sparate ad altezza d'uomo, 12 casi di violenza sessuale su manifestanti ad opera di agenti, 963 arresti arbitrari, 278 aggressioni della polizia e 1.876 atti violenti, dal 28 aprile scorso.
La maggior parte degli uccisi dagli uomini in divisa, in questo scenario di violenza e repressione ha meno di 36 anni e 4 erano minori.
La città di Cali, situata a circa 453 km a sud-ovest di Bogotà, è la più colpita con 25 morti, afferma il recente report delle organizzazioni Estudio para el Desarrollo y la Paz e Temblores ONG.
L'accademico Jairo Estrada ha avvertito che "Cali deve essere presa in considerazione perché lì è in fase di sperimentazione un modello di guerra urbana contro i manifestanti, che combina forze pubbliche (compresi agenti in borghese sotto copertura) con azioni paramilitari".
"L'azione paramilitare in quella città da parte di auto e motociclette di fascia alta, spesso con targa coperta o assente, sparare alla popolazione indifesa che esercita il diritto di protestare, è stata per decenni una pratica comune nei territori della Colombia rurale. Ma ora guerra contro il popolo è giunta anche nelle città", ha avvertito.
Allo stesso modo, l'associazione delle Madri dei morti con la tecnica governativa dei “Falsi Positivi” della Colombia, si è pronunciata energicamente contro il governo, che, secondo molti dell'opposizione, simula un dialogo con il popolo per poi continuare a reprimere.
"Le manifestazioni sono pacifiche e sembrano non avere fine perché mentre il governo parla di dialogo, le forze di sicurezza e gli infiltrati in borghese della polizia attaccano la gente e per delegittimare le proteste dando in pasto ai media l'immagine del manifestante violento", affermano.
"C'è il dialogo del mattino per distrarre l'opinione pubblica e poi di notte tornano i proiettili", ha denunciato Hollman Morris, giornalista e difensore dei diritti umani.
Allo stesso modo, la esponente politica Clara López ha sottolineato che a Cali è in corso di elaborazione un piano pilota di repressione da esportare poi nel resto del Paese.
Ha denunciato attraverso il suo account Twitter che l'esercito ha sequestrato l'aeroporto e scaricato materiale e personale bellico, mentre alcune folli élite oligarchiche di Cali armano gruppi paramilitari.

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