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di NIcola Bossi Clima teso in aula per questa seconda giornata del processo Meredith che vede Amanda Knox, accusata di omicidio, deporre in aula davanti alla Corte d'Assisi. Grande fredezza da parte del Pm Giuliano Mignini nel porre le domande all'indagata. Amanda risponde seria ma si vede che è invasa da una certe tensione rispetto all'udienze precedenti. Il Pm Giuliano Mignini ha chiesto subito ad Amanda di fare chiarezza su: chi e quando sarebbe stata suggerita per la deposizione finale nell'interrogatorio del 5-6 novembre del 2007. Amanda ha precisato che "nessuno gli ha detto che Patrick era colpevole, ma sapevano che io l'avevo incontrato". Il nome di Patrick, secondo Amanda, fu tirato fuori dagli inquirenti che avevano notato un sms del ragazzo straniero che esonerava la ragazza americana dal lavoro la sera del 1 novembre. "Dopo avere fatto il nome di Patrick - spiega Amanda - ho cominciato a piangere. Ho immaginato la scena". Secondo l'indagata i poliziotti volevano "un nome per il delitto convinti che io sapevo tutto". La ragazza americana, su richiesta del Pm Mignini, non ha saputo dire il nome della poliziotta che ha gli ha dato sulla nuca due colpi a pugno chiuso che il giudice Massei ha definito "scapellotti". Condividi