La Sinistra per Perugia denuncia con forza la grave situazione di preoccupazione e allarme creatasi a Perugia e in tutta la nostra Regione per la notizia che dai primi giorni di questo mese il Centro antiviolenza “Catia Doriana Bellini” e le sue strutture di ospitalità saranno costrette a interrompere le attività e a chiudere i servizi di accoglienza e ospitalità.
Le conseguenze immediate e negative saranno la sospensione delle attività consuete dei centri antiviolenza, sia per quanto riguarda le donne accolte e i loro percorsi, sia per le donne e i loro minori che sono attualmente ospiti nelle strutture.
Il centro antiviolenza residenziale di Perugia ha accolto più di 260 donne nell’anno 2020, e circa 50 donne per l’anno 2021.
il 5 Marzo 2021 è scaduta la convenzione che permetteva la prosecuzione della gestione dopo la fine del progetto del 31-12.2020. Questo ha determinato la prosecuzione nella totale precarietà economica e progettuale che a oggi diviene insostenibile.
L’Associazione Libera…Mente Donna non ha i fondi necessari per far fronte alle spese legate alla gestione delle strutture e alla retribuzione delle operatrici, che si sono autoridotte l’orario di lavoro per continuare le attività di accoglienza e di ospitalità del Centro Antiviolenza.
Il Comune di Perugia e quest’amministrazione di centro destra, sorda alle richieste popolari e sociali non ha dato nessuna risposta ai numerosi appelli a salvare l’attività del centro che non si può reggersi solo con l’opera di volontariato.
È un fatto di una gravità assoluta.
Vogliamo ricordare sia alle Istituzioni che  ai cittadini che questi centri Antiviolenza sono servizi essenziali, in particolare in questo momento emergenziale. La pandemia ha determinato un’esasperazione delle situazioni di violenza già in atto tale da far aumentare le necessità di ospitalità e accoglienza per donne vittime di violenza. I Centri Antiviolenza sono rimasti sempre aperti e le operatrici in prima linea, ma non hanno ricevuto né quella stabilità economica che sarebbe stata ovvia, né tantomeno sono state inseriti in protocolli di prevenzione attraverso tamponi periodici, né nel piano vaccinale.
Chiediamo, pertanto, agli amministratori locali risposte chiare e precise, in modo che i centri possano funzionare in pieno al più presto.
La Sinistra per Perugia condanna, comunque, il silenzio del Comune di Perugia che non può essere più tollerato pena la declassificazione di una città e di una regione che è stata sempre all’avanguardia nella difesa dei diritti dei più deboli e delle donne in modo particolare.
Giuseppe Mattioli
La Sinistra per Perugia

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