“Non solo la Regione non ascolta le preoccupazioni dei lavoratori e i suggerimenti dei sindacati sulla delicatissima legge regionale di riforma del mercato del lavoro (modifica L.R. 1/2018), ma ci passa sopra, adottando un metodo opposto a quello scelto invece dal governo Draghi”. Ad affermarlo in una nota sono Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria, insieme alle rispettive categorie del lavoro pubblico, Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl, che definiscono “assolutamente immotivata e incomprensibile” la decisione annunciata dall'assessore Fioroni di adottare la procedura d'urgenza. “Le uniche ragioni d'urgenza – sottolineano i tre sindacati - sembrerebbero essere quelle di dare soldi alle agenzie private e nominare un nuovo amministratore”.
“Tutto questo – stigmatizzano ancora i sindacati – mentre sono ancora senza risposta le nostre richieste nel merito di una proposta che sostanzialmente porterebbe l’Umbria al di fuori della rete dei servizi e delle politiche attive del lavoro, privando di risorse e quindi di strumenti e servizi fondamentali l'Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, ovvero danneggiando cittadini e lavoratori. Senza parlare delle insopportabili novità sull'inserimento lavorativo dei disabili, che verrebbe 'subappaltato' in convenzione senza alcuna garanzia di stabilità occupazionale proprio per i soggetti con maggiore fragilità”.
“Pensiamo che il confronto con le parti sociali, in una riforma che vuole stravolgere il mercato del lavoro regionale sia un elemento centrale – concludono Cgil, Cisl e Uil – quindi se la Regione continuerà a non ascoltare e a tirare dritto saremo costretti a mettere in campo tutte le azioni di mobilitazione necessarie a fermare questa pessima riforma”
 

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