Settore elettrico e gas: lavoratori pronti alla mobilitazione
“L’art. 177 del Codice degli appalti, obbligando le aziende concessionarie ad
esternalizzare l’80% delle attività, provocherà la destrutturazione di un servizio
essenziale e fondamentale per l’intero Paese. Il trasferimento della quasi totalità dei
servizi, infatti, comporterà seri rischi per la loro continuità durante la fase di
esternalizzazione, che potrebbe durare mesi”. La denuncia arriva da Cgil, Cisl, Uil e
dai sindacati di categoria Filctem, Flaei-Femca e Uiltec, che annunciano la
mobilitazione dei lavoratori se la norma non dovesse venire cambiata.
“L’art. 177 – spiegano - obbliga le aziende concessionarie ad esternalizzare l’80% di
tutte le attività oggetto di concessione, anche nei casi in cui le attività vengano
svolte direttamente dal proprio personale. Noi siamo disponibili da subito al
confronto con il Governo su questa tematica così importante per il Paese. Ma
chiediamo che si corregga quanto disposto dall’articolo, perché con la scadenza
derivata dalle varie proroghe e stabilita al prossimo 31 dicembre si andrà incontro a
un processo di esternalizzazione che avrà un costo economico e sociale elevato, con
il rischio, più che fondato, del mancato mantenimento dei livelli occupazionali e
degli elevati standard di sicurezza sul lavoro. La norma e la sua interpretazione,
infatti, comporterebbero la necessità per i concessionari di operare una riduzione
della forza lavoro e una frammentazione del servizio nei settori della distribuzione di
energia elettrica e del gas, con forti ripercussioni sulla garanzia dell’efficienza
dell’intero sistema. Riteniamo che serva uno straordinario ammodernamento delle
reti e lo sviluppo delle reti intelligenti è condizione indispensabile per garantire il
proseguimento della transizione energetica. Sono già previsti parecchi miliardi di
euro di investimenti privati nei vari piani industriali delle aziende dei settori
interessati ai quali si andranno ad aggiungere, probabilmente, quelli dei piani di
incentivo previsti dal Governo. E’ anche per questo motivo – sottolineano i sindacati
- che non è pensabile in questa fase assistere alla destrutturazione di soggetti
industriali con competenze, qualità e sicurezza del lavoro di comprovata eccellenza.
Un servizio che è stato garantito durante il lockdown e che ci ha permesso di avere
l’energia elettrica e del gas sempre e comunque senza nessun rischio per gli
ospedali, per le sale di rianimazione ma anche banalmente nelle nostre case, dove lo
stress di una situazione tragicamente nuova e pericolosa è stato sicuramente
attenuato dall’avere garantito un servizio che ha permesso a tutta l’Italia di
rimanere connessa e in sicurezza, di effettuare la didattica a distanza e condurre
almeno su questo versante una vita abbastanza normale. L’attività sarebbe messa a
rischio dalla frammentazione della stessa verso aziende magari prive delle
necessarie competenze, delle risorse e del know-out pronto a garantire la sicurezza
energetica del paese, la competitività e il più avanzato supporto alle necessità di
famiglie ed imprese. Sarebbe inoltre opportuno non procedere di proroga in
proroga, così come avviene ormai da tempo, ma intervenire rapidamente sullo
stralcio della norma, questi sono aspetti rilevanti per la tenuta energetica e dei
servizi pubblici essenziali”, concludono Cgil, Cisl, Uil, e Filctem, Flaei-Femca, Uiltec.
”

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