di Roberto Musacchio.

La vicenda di Anagni, con le 29 milioni di dosi "parcheggiate", è, nella sua assurdità, "normale".
L'Italia è un fortissimo esportatore di prodotti farmaceutici. Il 60% della sua farmaceutica è in mano alle multinazionali che coprono il 90% delle esportazioni. Il fatturato da export è ai primissimi posti in Europa. In particolare siamo un hub fondamentale per le multinazionali inglesi. La preparazione delle fiale (di questo ha parlato Astrazeneca) è una parte importante e delicata dell'assemblaggio.
Questa scelta di fare dell'Italia e della UE sostanzialmente piattaforme di assemblaggio centrate sulle esportazioni "regolate" dalle logiche commerciali e cioè dai profitti delle multinazionali è stata una vera sciagura. Mentre le vere grandi potenze controllano la catena del valore, la UE e in particolare l'Italia no. Ma questa è stata la "scelta" condivisa da poteri economici e dai soggetti politici di centrodestra e centrosinistra. Dietro la retorica del mercato, delle liberalizzazioni, delle privatizzazioni si sono consumate esternalizzazioni, delocalizzazioni che hanno massacrato la nostra economia e messo in ginocchio le nostre vite. Ma è ora di dire basta. Da subito.
 

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