La criminalità organizzata, in questo anno di Covid, nel nostro Paese è riuscita ad incrementare ancora di più le proprie attività. Un'impennata record c'è stata nel numero di interdittive antimafia: secondo i dati del Ministero dell'Interno nel 2020 sono state 2130, 177 al mese, sei al giorno, con un incremento del 38% rispetto al 2019. Le segnalazioni di operazioni sospette (SOS) ricevute dalla UIF (Unità di Informazione Finanziaria per l'Italia-Banca d'Italia) sono aumentate del 7% nel confronto con l’anno precedente, con un aumento del 6% nella nostra regione.

Legacoop Umbria e Confcooperative Umbria, da sempre parte attiva del processo di contrasto alla criminalità organizzata all’interno del sistema cooperativo, hanno partecipato a fianco di LIBERA alla Giornata del 21 marzo con un momento di riflessione, approfondimento e di incontro con i familiari delle vittime innocenti delle mafie.

“Da sempre promuoviamo la cultura della legalità – ha affermato Marta Paciola rappresentante di Legacoop Umbria e Confcooperative in seno all’Osservatorio regionale sulla criminalità organizzata e l’illegalità - la cultura cooperativa in particolare tutela i principi di legalità e di concorrenza leale, contrasta le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’attività di impresa e nel mercato del lavoro e valorizza l’impegno delle imprese che operano nel rispetto di principi etici. La conoscenza resta lo strumento fondamentale per la lotta alle mafie e alla corruzione, supporta la memoria e l’impegno sociale. A fianco della Regione Umbria, della Commissione Regionale Antimafia e di Libera, a Perugia presso la Rotonda Vittime Innocenti abbiamo ricordato coloro che hanno perso la vita per mano mafiosa”.

Il 21 marzo per il mondo cooperativo è la giornata dell’azione, oltre che del ricordo e della memoria, che individua nel  recupero dei beni confiscati una possibilità di restituire alla collettività ciò che gli appartiene ed essere un presidio di legalità territoriale oltre che di presenza dello Stato. In Umbria abbiamo 80 beni sottratti alla criminalità organizzata, ma solo 43 sono destinati, in attesa di poter essere assegnati per il loro riutilizzo. Sarebbe fondamentale dare un segnale incisivo e restituire così la totalità alla cittadinanza anche incentivando, ove possibile, forme di autoimprenditorialità.

“Oggi più che mai è necessario accelerare sui processi per dare nuova vita a queste proprietà – continua Lorenzo Mariani  Segretario Regionale di Confcooperative – e chiediamo anche alle Istituzioni regionali di completare l’iter di modifica alla Legge Regionale n. 16 del 2012 (Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore del contrasto e prevenzione del crimine organizzato e mafioso). Crediamo che la norma possa essere resa più incisiva introducendo dei principi che, nel pieno rispetto delle disposizioni previste dal Codice dei Contratti Pubblici e delle Concessioni, orientino i comportamenti delle stazioni appaltanti pubbliche umbre in modo da escludere fenomeni di infiltrazione evitando l’utilizzo del massimo ribasso diretto o indiretto come criterio per l’aggiudicazione delle gare di appalto”.

La Cooperazione è a disposizione in questo percorso con la convinzione che per tenere viva la memoria, è necessario mantenere alta l’attenzione e camminare insieme nel segno della responsabilità e dell’impegno.

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