di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA - Il gran giorno bussa alla porta. Due delle contendenti più accreditate per la vittoria finale si misurano in quello che viene definito il “big match” della giornata. Fabio Caserta assicura, prima di salire il predellino del pullman, di essere “sereno", di aver già in mente la formazione da mandare un campo (forse con un solo dubbio); di aver suggerito ai suoi che bisognerà giocare senza paura di commettere errori, sempre recuperabili; di nutrire rispetto dell’avversario, ma anche mostrare ferma determinazione di vincere.
Ai tempi di Zitolo da Perugia, strenuo difensore della città di Padova quale condottiero vincitore a capo delle truppe della Repubblica di San Marco contro i tedeschi (i terribili lanzichenecchi), si sarebbe lanciato il grido di battaglia dei perugini d’antan: “Griffa, Griffa”.
L’allenatore dei biancorossi ha lasciato intendere che in una partita come questa si affiderà all’esperienza (Angella, Burrai, Melchiorri, sia pure non citati direttamente), ma anche di corsa e di cuore.
"Dai giocatori che hanno militato anche in categorie ben diverse ed hanno maturato un certo tipo di vissuto, mi attendo un contributo significativo. Possono darci una mano rilevante, perché sono preparati al clima di certi appuntamenti. Dovranno dimostrare con i fatti che in certe circostanze non servono la frenesia o la paura. Ma la tranquillità, il puntare sulle proprie qualità, sulla voglia di dare tutto. In questi giorni ho cercato di far capire ai ragazzi l’importanza di questo confronto, ma senza caricarlo troppo. I nostri avversari sono i primi, e meritatamente, della classe, e noi abbiamo perso l’occasione di pressarli più da vicino... Serve la giusta concentrazione. cercando di fare quello che abbiamo sempre fatto. Consapevoli della nostra forza nell’affrontare questa che si annuncia come una battaglia".
Confida di non avere rimpianti sulle scelte fatte, anche nell’ultima giornata, perché “con i se e con i ma” non si fa la storia e perché non é detto che, cambiando qualcosa, si sarebbe potuto ottenere un risultato diverso.  
"Il Padova non conta solo su Ronaldo e Chiricò, ma vanta diversi giocatori di qualità. É un undici che non prende facilmente gol. I loro giocatori sono bravi sui calci piazzati, risultano molto fisici a centrocampo. Credono nella loro forza e, certe volte, attendono puntando sulle ripartenze. Guai a pensare solo a due o tre giocatori avversari quali fonti del gioco: é a tutto il Padova che dobbiamo prestare attenzione in ogni zona del campo". 
Respinge, come discorso fatuo ed inutile, le argomentazioni sul vantaggio o lo svantaggio rappresentato dalle due gare che i biancorossi debbono recuperare.
Tuttavia ragiona, piuttosto, sugli aspetti concreti e cogenti, relativi ad una difesa con gli uomini “contati” (per gli infortuni di Negro e Rosi) e per il calendario che “non lascia tempi di recupero” sufficienti con partite ravvicinate ogni tre giorni.
"Ripeto un concetto col quale martello i miei giocatori: dobbiamo concentrarci sulla gara che ci attende, senza guardare più in là. All’Euganeo sarà uno scontro in cui saremo chiamati a lottare palla su palla. A viso aperto, con coraggio ma anche con serenità. La partita é sicuramente importante ma non decisiva, visto che loro avranno ancora dieci gare ad attenderli e noi, addiritura, dodici..."
Griffa, Perugia, griffa. Questo é un momento topico. La gloria bacia gli audaci, i coraggiosi, i temerari.

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