di Luigi Vinci
“Diario” politico invernale
Venerdì 5 febbraio

Francesco Laforgia, èViva, 5 febbraio
Un documento importante. Ne propongo alcuni passi.
“Il tentativo del Presidente della Camera Fico, che aveva ricevuto mandato esplorativo dal Presidente della Repubblica, ha potuto ben poco di fronte alla spregiudicatezza del capo di Italia Viva, che ha continuato ad alzare la posta fino all’ultimo secondo utile per poi staccare definitivamente la spina.
C’è un elemento che dobbiamo riconoscere: Renzi si è insinuato in un vuoto di iniziativa politica e nella fragilità di una alleanza parlamentare ancora lontana dal farsi alleanza sociale, capace di guardare alle diseguaglianze, alle fragilità di questo tempo, alla voglia di riscatto e di emancipazione di milioni di donne e di uomini spaventati dal futuro e attualmente senza rappresentanza. Sarà più difficile farlo nel contesto nuovo in cui caliamo questa riflessione, ma diventa ancora più urgente.
Con questa consapevolezza dobbiamo approcciarci alla fase che si è aperta con il conferimento dell’incarico a Mario Draghi e rispetto alla quale non servono dichiarazioni affrettate volte a marcare posizionamenti “a prescindere”. La perdita di credibilità di una classe dirigente che esce trasversalmente demolita da questa vicenda, che ha segnato una sconfitta drammatica per la politica, sarebbe ancor più acuita dal rincorrersi di “mai con…” o sostegni incondizionati a Draghi senza prima fare i conti con la composizione che potrà avere l’eventuale futura maggioranza. Su questo, quel che possiamo dirci con chiarezza fin da ora è che non uniremo i nostri voti a quelli della Lega. C’è un paese da risollevare e il richiamo di Mattarella è stato forte e drammatico. Ma non si governa a prescindere, senza uno sguardo comune.
Ecco perché assume una importanza fondamentale l’agenda politica, rispetto alla quale abbiamo il dovere di tenere il punto: patrimoniale sulle grandi ricchezze, rinnovo del blocco dei licenziamenti, reddito di dignità universale, salario minimo, una legge per la rappresentanza del lavoro, investimenti nel segno della riconversione ecologica e della tutela ambientale, investimenti in istruzione, ricerca, welfare, sanità pubblica e accessibile a tutti, intervenendo sui gravi limiti che la pandemia ha fatto emergere. Ci è richiesta infatti grande attenzione nel momento in cui entriamo nella fase più complicata di realizzazione di un piano vaccinale così fondamentale per la ripartenza del paese”.
7 febbraio
Come sviluppare ulteriormente il ragionamento, alla luce del complicatissimo passaggio di governo in atto
Non voglio tediarvi, compagni, costruendo un’intera gamma di futuribili sugli sbocchi di dettaglio della crisi di governo, solo una riflessione dovuta all’improvvisa operazione di Salvini, cioè al suo appoggio dichiarato senza condizioni al virtualmente certo governo a guida Mario Draghi, probabilmente concordata con Matteo Renzi e preavvisata a Mario Draghi da Bruno Tabacci. Siccome Draghi intende dotarsi di una larghissima maggioranza parlamentare, quindi anche di settori di destra, sembra quasi certo che il futuro Ministero comprenderà, oltre a ministri “tecnici”, ministri d’ogni colore politico, salvo che di Fratelli d’Italia. Non disponiamo di niente di più preciso, si saprà meglio entro pochi giorni.
La sola questione, delicata, su cui voglio pronunciarmi in modo preciso, consiste nell’obbligo imperioso per noi di Sinistra Italiana di prevenire che l’operazione Salvini incrini la cooperazione che è venuta via via costruendosi tra 5Stelle, PD, LeU; in specie, di prevenire che quell’operazione incrini la cooperazione tra Sinistra Italiana e Articolo 1, per esempio tramite uno smarcamento di SI da tali altre organizzazioni, esse accettando di fare parte della maggioranza di governo e SI invece tirandosi fuori o a lato. Ciò per noi di SI significherebbe cadere nella trappola di Salvini e, soprattutto, annullare l’eccellente risultato del suo II Congresso, caratterizzato dallo straordinario duetto Fratoianni-Speranza e dalla partecipazione delle confederazioni sindacali.
Non facciamoci karakiri, le questioni di principio vanno sempre ragionate, non sono rigidi comandamenti, ancor meno debbono obbligarci a errori di qualità tale da buttarci fuori dalla nuova fase che si sta aprendo della lotta politica.
Corte dei Conti: patrimoniale sì ma attenzione ai doppi prelievi
Sintesi, dal Corriere della Sera, dell’audizione, venerdì 5, alla Camera dei Deputati del Presidente della Corte dei Conti Guido Carlino
Una patrimoniale è auspicabile, egli dichiara, i lavoratori dipendenti evadono meno degli autonomi, abbassare le tasse in uno scenario post pandemia è improbabile, poiché serviranno risorse, molte, per superare la crisi. Guido Carlino, in audizione per una sua visione sulla riforma dell’IRPEF evidenzia un elenco di verità a chi, sul versante politico, tratta di tasse con l’intento di ridurle. Egli ricorda che l’evasione resta “un vulnus”, specificando che “non appare lungimirante affrontare la riforma dell’IRPEF senza porsi come obiettivo la lotta all’evasione”. Un dato che va ribadito è che la propensione a evadere “in ambito IRPEF è pari al 2,8% per i redditi del lavoro dipendente (4,4 miliardi) e al 67,6% per i lavoratori autonomi (32,7 miliardi)”. Se da un lato i più tartassati sono “i redditi tra 28 e 55 mila euro”, dall’altro Carlino indica che “un nuovo prelievo patrimoniale appare auspicabile”, sebbene con una valutazione preliminare riguardo alla caratteristica del prelievo, per evitare “una tassazione patrimoniale personale che porti a casi di duplicazione del prelievo”.
Vincono i metalmeccanici: firmato un buon rinnovo del loro contratto
Si è sbloccata la vertenza contrattuale, al termine del quarto giorno di trattativa, e dopo un anno di negoziati e uno sciopero nazionale, che riforma un sistema di inquadramento professionale fermo al 1973, come dire, a un’altra epoca. Il nuovo inquadramento definisce 9 declaratorie di professionalità e i loro livelli retributivi, infine, aumenta minimi retributivi che vanno dai 112 euro mensili per il quinto livello dei lavoratori ai 110 euro mensili per il loro terzo livello. Inoltre, la decorrenza del risultato contrattuale parte dal gennaio del 2019 e varrà fino al giugno del 2024, e i relativi conguagli riguardanti il 2019 saranno versati in 4 tranche nel periodo dal giugno 2021 al giugno del 2024.
Il nuovo contratto parimenti conferma l’esenzione fiscale su 200 euro l’anno, e aumenti dei minimi contrattuali avverranno a favore dei lavoratori in età fino a 35 anni.
Viene parimenti incrementato, a spese aziendali, il versante della formazione professionale, puntando principalmente all’alfabetizzazione digitale.
La lotta politica e di classe negli Stati Uniti: di grande portata, di grande durezza, sostenuta a fondo dall’Amministrazione Biden dal lato dei lavoratori
Per il candidato Presidente Joe Biden tra le promesse più qualificanti la sua campagna elettorale si collocava il raddoppio del “Minimum Wage” cioè del salario minimo legale da 7,25 dollari l’ora (cifra invariata dal 2009) a 15: ed egli assunta la Presidenza ha immediatamente firmato un decreto che questo raddoppio sancisce.
E immediatamente è precipitata l’ostilità del Senato, per di più maggioritaria, in quanto ai senatori repubblicani si sono uniti alcuni “democratici moderati”, ciò che ha fermato, al momento, quel raddoppio (sono di competenza primaria del Senato la valutazione e la votazione in materia economica, qualora il Presidente operi in materia con decreto). Per il Partito Repubblicano, il raddoppio del salario minimo è solo manifestazione delle attitudini demagogiche del Partito Democratico e della sua anima anti-business.
Si è così avviata negli Stati Uniti una grandiosa difficile battaglia politica apertamente di classe nonché di grandissima portata economica diretta e indiretta, come da parecchio tempo negli Stati Uniti non si vedeva, e che in Europa in epoca neoliberista si era largamente estinta. Per intanto, reagendo, Biden ha firmato un decreto che assegna identico incremento salariale ai dipendenti del governo e ai suoi fornitori. Inoltre, i leader del Partito Democratico hanno dichiarato che andranno al contrattacco, usando vari strumenti giuridici o procedurali tra i quali il più rapido ed efficace è un testo di legge chiamato (dal precedente provvedimento, 1991, normante aumenti salariali) Raise and Wage Act (Atto sull’aumento del salario), e che prevede anche l’eliminazione del “Tipped Raise” (la mancia fissa aggiunta a un servizio), dove il minimo salariale è spinto in basso fino a 2,13 dollari l’ora in quelle occupazioni dove sono appunto utilizzate correntemente mance.
Concretamente, ciò riguarda il 37% dei lavoratori in ristorazione, sistemazione dei capelli, ospitalità, il 23% di quelli nel retail (commercio al dettaglio), il 14% di quelli in istruzione e sanità. Ancora, le paghe mediane di insegnanti supplenti, assistenti infermieri, badanti sono tutte inchiodate sotto ai 15 dollari l’ora. L’Economic Policy Institute stima che a conti fatti 32 milioni di lavoratori, il 23% del totale, porterebbero a casa, grazie al raddoppio del minimo salariale, significativi aumenti salariali, soprattutto se a beneficio di donne, afroamericani, ispanici. Sfata anche il mito che ciò beneficerebbe principalmente giovanissimi: in maggioranza invece riguarderebbe adulti fra i 25 e i 54 anni.
L’effetto del raddoppio sarebbe significativo anche in sede macroeconomica: esso incrementerebbe di 107 miliardi di dollari l’anno la spesa a sostegno della crescita economica. Ben il 59% dei lavoratori in condizioni familiari di povertà infatti ne beneficerebbe, calerebbe il ricorso all’assistenza pubblica, con risparmi di oltre 20 miliardi.
La battaglia per il salario minimo a 15 dollari l’ora è guidata in prima persona dalla Segretaria al Tesoro Janet Yellen, di formazione keynesiana di sinistra e combattente di lunghissima lena dal lato dei diritti, non solo salariali, dei lavoratori. Fin dalle audizioni precedenti questa sua nomina ha replicato ai critici come, sul piano macroeconomico, “gli studi sulle conseguenze degli aumenti salariali mostrino che le perdite di impieghi, se ci sono, sono minime”, e ha aggiunto come, anche data anche la pandemia, questo dovrebbe essere il momento per aumentare vigorosamente i salari, giacché “milioni di lavoratori in prima linea e quindi a rischio non guadagnano abbastanza da mangiare regolarmente e alzare (raddoppiarne il salario minimo) decisamente li aiuterebbe”.

 

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