di Marco Giugliarelli

Mentre la sanità regionale collassa, verso una "zona rossa" unica in Italia, sotto i colpi di un anno di immobilità che rantolando ha portato alla realizzazione esosa di un ospedale della protezione civile ancora chiuso per la mancanza di personale sanitario e con delle terapie intensive inutilizzabili perché dalle porte dei prefabbricati non passano i letti, la classe politica che attualmente è chiamata a governare la gravissima emergenza sanitaria che stiamo vivendo, tenta di sviare l'attenzione dalla sua incapacità amministrativa individuando in chi non vota i nuovi capri espiatori.
Sono infatti i giovani che nell'ultima settimana sono stati presi di mira dai provvedimenti restrittivi.
La chiusura incondizionata delle scuole, il divieto di frequentare aree giochi e luoghi simbolo dell'incontro, come a Perugia le scalinate di piazza 4 novembre, tutti luoghi facilmente controllabili e gestibili nel rispetto delle norme anti contagio, hanno dipinto i ragazzi come gli untori principali, scaricando le irresponsabilità del mondo degli adulti su di loro e spingendoli ad incontri incontrollabili, lontani dagli occhi di chi fa finta di vigilare.
Cosa penseranno questi giovani della società che li ha privati, senza motivazioni scientifiche reali, dell'istruzione e della socialità quando diventeranno adulti?
Quali danni stiamo facendo alle nostre comunità future se nelle ordinanze leggiamo come cause del dilagare pandemico a Perugia che “giovani e famiglie sono solite ritrovarsi per la cena” facendo pensare che il ritrovarsi in famiglia sia di per se sbagliato o che è “opportuno limitare le presenze nei negozi alimentari” lasciando totale libertà nel muoversi nelle altre attività commerciali?
Quanto ancora si può tollerare una classe politica che ieri gridava alla “dittatura sanitaria” ed oggi sa solamente emettere inutili provvedimenti che privano una generazione delle libertà di cui dovrebbe godere a pieno dopo che non ha saputo mettere in atto soluzioni reali al contenimento del virus?
I giovani, incolpevoli capri espiatori di questo triste teatrino di incompetenze politiche, ce ne chiederanno conto non riconoscendoci nel prossimo futuro nessuna autorevolezza morale e sociale.
 

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