di Giuliano Giubilei

Ho denunciato più volte, qui e in Consiglio Comunale, che Perugia è ferma, immobile, rinchiusa dalla maggioranza che la guida ormai da oltre sei anni in una dimensione sempre più provinciale .
Solo l’arroganza del centro destra è in continua espansione. E forse è così perché cercano di coprire l’altrettanto evidente incompetenza e inadeguatezza a gestire la città.
Da quanto tempo diciamo che nessun progetto vede la luce? Turreno, non pervenuto. Mercato coperto? Non pervenuto? Arconi? Non pervenuti. San Francesco al Prato? Persa perfino la guerra con i tarli. Riqualificazione dei quartieri? Un’utopia.
Ultimo capolavoro della giunta Romizi: le scale mobili di Viale Pellini, chiuse da anni, che i residenti e i commercianti aspettavano come il pane, non hanno superato il collaudo.
Non parliamo di una base spaziale, parliamo di scale mobili. E per di più all’aperto, praticamente in un campo. Non di un’opera innovativa, coraggiosa e difficile anche dal punto di vista ingegneristico come furono quelle costruite in breve tempo all’interno della Rocca Paolina dalle odiate giunte di sinistra. E forse è ora di cominciare a rimpiangere la loro “visione” della città.
Questa è l’incompetenza (solo un esempio, per brevità). Passiamo all’arroganza.
L’assessore Pastorelli, che dovrebbe passare le sue giornate a consolare e chiedere scusa ai commercianti del centro perché non riesce a trovare un antidoto alla decadenza di quello che era uno dei salotti più belli d’Italia, non trova di meglio, il 6 gennaio, che atteggiarsi a caricatura dello sciamano, lo sciagurato assalitore del Campidoglio di Washington. Con tanto di foto e post su Facebook in cui si riconosceva nell’azione dei golpisti di Trump.
L’opposizione di centro sinistra l’ha chiamata più volte a dimettersi o almeno scusarsi. Si è sempre sottratta, fino a qualche giorno fa, quando ha dichiarato, con l’arroganza di chi non si rende nemmeno conto della gravità dei suoi gesti, che non ha nessuna intenzione di scusarsi e tanto meno di dimettersi.
Mi chiedo con che imbarazzo la maggioranza l’abbia protetta.
Ma l’ultimo, ancora più grave, esempio di arroganza è arrivato con l’approvazione del nuovo regolamento per l’assegnazione degli immobili di proprietà comunale alle associazioni che agiscono nel territorio.
Inutile, per brevità, entrare nei dettagli. Ma è evidente che il regolamento è concepito come uno strumento, una specie di piede di porco da usare contro le associazioni storiche del territorio, soprattutto se hanno un colore politico non gradito alla maggioranza. Con l’obiettivo di espellerle dai luoghi dove hanno costruito negli anni il loro radicamento e il loro consenso sociale.
Nella premessa del provvedimento si parla apertamente di “ricambio”. Più che un programma è una confessione.
 

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