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Evitare frammentazioni nel Pd e nel centrosinistra per non dilapidare con liti e contrasti i consensi che provengono dal buon governo, nella consapevolezza che anche in Umbria non esistono più rendite di posizione per la sinistra: è, questa, la sintesi della riflessione post-voto di Maria Rita Lorenzetti, presidente di quell'Umbria dove il suo partito, il Pd, è stato superato per la prima volta dal Pdl alle europee, salvo riguadagnare terreno alle amministrative, con la conquista delle due province al primo colpo ed il ballottaggio evitato a Perugia (ma non a Terni, ed in altri cinque comuni). ''Sarebbero assolutamente sbagliati in queste ore - dice la Lorenzetti - atteggiamenti di autoflagellazione, o peggio ancora autoconsolatori. E potrebbe essere un gravissimo errore politico, a fronte dell'esito positivo delle amministrative, far finta di nulla rispetto al dato delle europee di sei ore prima. Come si dice 'guardiamo il toro in faccia' e pensiamo al governo dell'Umbria'', ribadisce la Lorenzetti, secondo la quale ''non basta solo vincere, ma si deve saper esprimere una reale e concreta capacità di governo. Questa è la prova più difficile. Scegliere squadre di governo locale autorevoli e che sappiano guidare con autorevolezza il prosieguo del cammino dell'Umbria verso l'innovazione e lo sviluppo''. In vista dei ballottaggi, ''che non sono pochi, a cominciare da quello della città di Terni'', Lorenzetti invita il centrosinistra ad avere ''consapevolezza delle difficoltà. Perché è vero che laddove si riesce a costruire alleanze ed intese ampie i risultati ci premiano. Ma è pur vero che, come nel caso del voto europeo, quando il voto è 'più politico', quando è messo alla prova il profilo e l'identità del Pd, in tanti in Umbria hanno scelto di andare a destra. Dunque, lo ripeto, nessun atteggiamento consolatorio, ma piena consapevolezza che non basta il buon governo a determinare il consenso. E questo ce lo dice sia il dato delle europee, sia il risultato deludente di alcuni casi di amministrazioni locali dove la qualità della buona amministrazione, pur riconosciuta, non è bastata per un risultato positivo per il centro sinistra''. Analizzando il voto europeo in Umbria nel dettaglio, la Lorenzetti rileva che ''si è frammentato il voto classico, costante nel tempo tra Pci, Ds, Ulivo, Lo si vede dal risultato di Rifondazione, Vendola, Di Pietro, e anche dall'astensione''. Sui consensi alla Lega Nord (al 4% in Umbria), la presidente avanza ''il dubbio che pure Bossi possa aver pescato nel nostro bacino elettorale, almeno in certe zone, come l'Alta valle del Tevere, che soffre la decisione europea di ritirare il premio ai coltivatori di tabacco''. Condividi